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Affari & Finanza / La Repubblica

L’euro debole
rafforza
il feeling
tra americani
e vini italiani ... Il calo dell’euro rispetto al dollaro è una manna dal cielo per i produttori italiani che puntano sugli Stati Uniti perché offre una spinta ulteriore in termini di competitività su un mercato che già oggi è tra le maggiori destinazioni dell’export. Negli Ultimi anni è cresciuto l’interesse dei media americani perla cucina italiana e si è assistito a un boom di vacanze nei Paesi di tradizione vitivinicola come il nostro. In più si assiste alla crescita del numero di consumatori, grazie soprattutto alla spinta che arriva dai giovani e dalle donne. Queste ultime, in particolare, rappresentano un canale importante perché determinano le scelte d’acquisto familiare e mostrano grande attenzione alla qualità dei prodotti. Da Iwfi, Italian wine & food institute, con sede a New York, ricordano che il 2014 ha
confermato la
leadership del
vino italiano sul
mercato americano, nonostante una lieve
contrazione del
1,3% in quantità, alla quale ha fatto fronte un incremento del3% in valore
rispetto al 2013. Si tratta di risultati positivi se confrontati conia contrazione complessiva delle importazioni Usa (-5,8%), in parte dovuta al dollaro debole nei primi mesi dello scorso anno. Dunque i vini italiani si sono comportati meglio rispetto ai concorrenti internazionali e attualmente la quota di importazioni dalla Penisola ammonta al 27,9% in quantità e al 33,8% in valore.
Il prodotto tricolore che sbarca negli States è mediamente di buon livello qualitativo: il prezzo medio all’origine per litro dei vini in bottiglia importati, è di 5,5 dollari per i vini italiani (con un aumento di due centesimi rispetto al 2013), rispetto ai 3,3 dollari per i vini australiani (pari allo stesso periodo del 2013) e ai 3,6 dollari per quelli cileni (altra conferma sull’anno precedente).
Risultati molto positivi sono stati registrati dal vino spumante italiano, con un incremento dell’import statunitense nell’ordine dell’8,9% in termini di quantità e del 6,9% in valore rispetto al 2013. Gli spumanti di origine italiana detengo- no una quota del mercato americano pari al 49,6% in quantità e del 28,2% in valore, confermandosi così al primo posto tra i Paesi esteri.

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