Dopo la riduzione dei tempi di quarantena a dieci giorni arriva un’altra buona notizia per il mondo dell’agricoltura: il via libera all’ingresso di 18.000 lavoratori stagionali extracomunitari, effetto del Decreto Flussi 2020 del Viminale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è una bella boccata d’ossigeno per le aziende agricole del Belpaese, in un anno in cui a causa di misure di sicurezza, lockdown e vincoli posti alle frontiere si è ridotta di circa un terzo la forza lavoro nelle campagne italiane, con un crollo record del 7% delle ore lavorate in agricoltura (dati Istat relativi al secondo trimestre 2020).
Il Decreto flussi, spiega la Coldiretti, riguarda ingressi di cittadini non comunitari per lavoro subordinato stagionale impegnati nei settori agricolo e turistico alberghiero di Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Corea del Sud, Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina. Le domande telematiche potranno essere inviate fino al 31 dicembre utilizzando il sistema disponibile sul sito del Ministero dell’Interno.
Un provvedimento, sottolinea Coldiretti, necessario per combattere la carenza di lavoratori stagionali stranieri in agricoltura in un periodo tra i più delicati dell’intera annata agraria, con le attività di raccolta in pieno svolgimento e molte imprese che rischiano di trovarsi a ranghi ridotti i proprio nella fase più calda della vendemmia e della raccolta delle olive e della frutta. Un’esigenza che va accompagnata da misure per favorire l’accesso al lavoro degli italiani, come l’introduzione di voucher semplificati.
L’importante novità fortemente sollecitata dalla Coldiretti è la previsione di 6.000 unità di quote di ingresso riservate alle associazioni di categoria per i propri associati, che si avvalgono per l’invio delle istanze delle associazioni stesse, a norma delle previsioni del primo comma dell’articolo 24 del Testo Unico sull’immigrazione.
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