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BIOLOGICO

Agricoltura del Belpaese, la più green d’Europa. E gli italiani la seguono: vendite boom per il bio

Qualità e origine degli alimenti sempre più centrali. Coldiretti: “in crescita anche l’acquisto di prodotti locali a chilometri zero”
AGRICOLTURA, BIOLOGICO, Coldiretti, Archivio
L’agricoltura del Belpaese è la più green d’Europa e gli italiani la seguono: vendite boom per il bio

Il carrello della spesa diventa sempre più “green”. Nell’emergenza Covid il 27% degli italiani ha acquistato più prodotti sostenibili o ecofriendly rispetto a prima della pandemia. Una svolta ambientalista che segue il filo dell’agricoltura italiana che è diventata la più green d’Europa continuando a garantire la produzione di cibo sostenibile e di qualità nonostante le difficoltà causate dall’emergenza. L’indagine Coldiretti/Ixè, diffusa per la presentazione del Rapporto Greenitaly, realizzata da Fondazione Symbola (presidente Ermete Realacci) e UnionCamere, mette in luce la sensibilità degli italiani verso la sostenibilità a tavola al tempo del coronavirus, un trend confermato anche dall’aumento dei consumi domestici di alimenti biologici che hanno raggiunto la cifra record di 3,3 miliardi per effetto di una crescita del 4,4% da giugno 2019 a giugno 2020 (dati Ismea).

Una domanda, ha ricordato Coldiretti, supportata sul piano produttivo con l’Italia che nel 2019 è stato il Paese leader in Europa per numero di aziende agricole impegnate nel biologico, ramo in continua crescita con oltre 80.000 operatori coinvolti (+2%) e superfici coltivate a biologico che sfiorano i 2 milioni di ettari (+2%) secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Sinab. La crescita del bio deriva da una attenzione sempre più dettagliata degli italiani alla qualità e all’origine degli alimenti: non a caso si intensifica l’acquisto di prodotti locali a chilometri zero con più di 8 persone su 10 (82%) che preferiscono prodotti Made in Italy per sostenere l’economia, l’occupazione e valorizzare le risorse del territorio durante l’emergenza Covid.

Al primato green nel bio l’Italia aggiunge anche quelli nella qualità con 305 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 524 vini Dop/Igp; 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola e il record della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari. Inoltre con il taglio record del 20% sull’uso dei pesticidi che al contrario, sottolinea Coldiretti, “aumentano in Francia, Germania e Austria”, lo Stivale si prende la leadership nella biodiversità con la presenza sul territorio nazionale di 7.000 specie di piante, 58.000 specie di animali, 504 varietà iscritte al registro viti (contro le 278 della Francia) ma anche di 533 varietà di olive sulle 70 spagnole. Un impegno che ha permesso di salvare dalla estinzione ben 130 razze allevate.

“Il settore è pure tra i più sostenibili a livello comunitario - prosegue Coldiretti - con appena il 7,2% di tutte le emissioni a livello nazionale con 30 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti in Italia, contro i 76 milioni della Francia, i 66 milioni della Germania, i 41 milioni del Regno Unito e i 39 milioni della Spagna. L’Italia è anche il quarto produttore mondiale di biogas con oltre duemila impianti di cui ben il 77% con residui di origine agricola, per un totale di oltre 1.440MW elettrici installati”.

Un modello di sviluppo che ha garantito all’Italia anche il primo posto nei Paesi dell’Unione Europea per valore aggiunto con 31,8 miliardi di euro correnti nel 2019, superando la Francia (31,3 miliardi) mentre più distanziata, in terza posizione, c’è la Spagna (26,6 miliardi) seguita dalla Germania (21,1 miliardi). “Nonostante questo - conclude Coldiretti - l’agricoltura italiana è la meno sussidiata tra quelle dei principali Paesi europei dove in vetta alla classifica ci sono al primo posto la Francia, seguita da Germania e Spagna”.

Ma si guarda anche al futuro con la crescita dell’agricoltura 4.0 di precisione che entro due anni mira a coinvolgere il 10% della superficie coltivata in Italia grazie allo sviluppo di applicazioni che vanno dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali; dalla minimizzazione degli impatti ambientali con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino alla riduzione dell’utilizzo di acqua e di carburanti.

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