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Agricoltura europea, nel 2024 l’Italia è terza per valore alla produzione con 70,2 miliardi di euro

Eurostat: al primo posto la Francia (88,3 miliardi), seguita dalla Germania (75,5). Il settore ha generato l’1,2% del Pil Ue (531,9 miliardi di euro)
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Nel 2024 l’agricoltura ha generato l’1,2% del Pil Ue

L’Italia si conferma tra i protagonisti dell’agricoltura europea: con 70,2 miliardi di euro alla produzione nel 2024, il nostro Paese si colloca al terzo posto nell’Ue, dietro solo a Francia (88,3 miliardi di euro) e Germania (75,5 miliardi di euro); seguono Paesi Bassi (41,3 miliardi di euro), Polonia (39,5 miliardi di euro) e Romania (20,2 miliardi di euro). Un risultato che assume particolare rilievo in un contesto di rallentamento generale, dove il valore complessivo dell’output agricolo europeo è sceso dello -0,9% sul 2023. Nonostante ciò, il settore ha saputo rafforzare la propria redditività, con un valore aggiunto lordo in crescita (+3,1%) e costi di produzione in calo. A livello occupazionale, mentre la maggior parte dei Paesi Ue ha registrato contrazioni significative - come Ungheria (-9,2%) e Bulgaria (-8,1%) - l’Italia ha segnato un lieve aumento della manodopera (+0,6%), in controtendenza sulla media europea. A dirlo sono i dati Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, che indicano come, complessivamente, il settore agricolo europeo ha generato un valore della produzione pari a 531,9 miliardi di euro ed il valore aggiunto lordo è cresciuto del +3,1%, raggiungendo 228,6 miliardi di euro, grazie alla riduzione dei costi di produzione, scesi a 303,3 miliardi di euro (-17,6 miliardi di euro sul 2022). L’agricoltura ha contribuito, così, per l’1,2% al Pil dell’Unione Europea, una quota stabile rispetto a 15 anni fa, pari a circa 223,3 miliardi di euro, simile al Pil della Grecia nel 2024.
Il valore aggiunto del settore agricolo europeo rappresenta la differenza tra il valore di tutto ciò che il settore primario ha prodotto e i costi dei beni e servizi utilizzati nel processo produttivo, ed equivale a circa 0,75 euro di valore creato per ogni euro speso in input, vicino al massimo storico di 0,77 euro del 2017.
Dei 531,9 miliardi di euro generati alla produzione, in particolare, oltre la metà (50,3%) proviene dalle coltivazioni, per un totale di 267,7 miliardi di euro, e il 41,1% dagli allevamenti per 218,8 miliardi di euro, soprattutto latte e suini. I servizi agricoli (24,8 miliardi di euro) e le attività non agricole correlate (20,6 miliardi di euro) hanno contribuito per il restante 8,5%.
Sul fronte dei prezzi, dopo il forte aumento del 2022 (+31,1%), si è registrata una contrazione nel 2023 (-4,7%) e un calo più marcato nel 2024 (-6,1%), trainato da fertilizzanti e ammendanti (-17,6%), mangimi (-10,5%) ed energia (-8,4%). Sono invece aumentati i costi di manutenzione (+4,6% per materiali, +3,2% per edifici), spese veterinarie (+3,1%) e sementi (+3,1%). Tra i costi intermedi, l’alimentazione animale pesa per il 37%, i servizi veterinari per il 2,3%, sementi e piante per il 5,1%, prodotti fitosanitari per il 4,8% e fertilizzanti per il 7,3%.
Sul fronte del lavoro, il trend di contrazione continua: nel 2024 l’equivalente di 7,5 milioni di unità annue (Awu), in gran parte non salariate, ha operato nel settore, con un calo del -1,3% sul 2023. Tra il 2009 e il 2024 l’agricoltura europea ha perso 3,6 milioni di lavoratori a tempo pieno (-32,3%), con una riduzione media annua del 2,6%, a causa della meccanizzazione e di nuove opportunità offerte da altri settori. Nel 2024, mentre nella maggior parte dei Paesi dell’Ue si è registrata una riduzione del volume complessivo di lavoro agricolo - con contrazioni particolarmente marcate in Ungheria (-9,2%) e Bulgaria (-8,1%) - alcuni Stati hanno mostrato un andamento opposto. La crescita più significativa si è avuta a Malta (+7,6%), seguita da incrementi più contenuti a Cipro (+1,2%), Spagna (+0,9%), Slovacchia (+0,6%) e Repubblica Ceca (+0,3%). In Italia, in controtendenza sulla media europea, si osserva un lieve aumento della manodopera (+0,6%), che riflette una dinamica positiva anche nella componente salariata.
Il reddito agricolo per unità di lavoro annuo è cresciuto dello +0,6% nell’Ue, confermando una dinamica positiva di lungo periodo: oggi è del 37,6% superiore ai livelli del 2015 e del 93,6% sul 2009. Questo indicatore, che misura la produttività del lavoro agricolo, è aumentato nonostante il calo della forza lavoro, grazie alla crescita del valore aggiunto e alla riduzione dei costi. Le variazioni tra Paesi sono marcate: forti incrementi in Lettonia (+46,8%), Irlanda (+38,9%) ed Estonia (+33,2%), mentre cali significativi si registrano in Francia (-19,1%), Romania (-14,7%) e Germania (-2,5%).

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