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ALIMENTARE - GERMANIA E FRANCIA PIAZZEFORTI CIBO ITALIA. MA ANCHE USA E GB, IN CRESCITA MERCATO GIAPPONESE

Sono Germania, Usa, Francia e Regno Unito i Paesi "inossidabili" per l'export dei prodotti alimentari italiani: il dato è emerso nella prima Convention mondiale degli importatori dei prodotti alimentari italiani al Cibus Mediterraneo, il Salone dell'Alimentazione mediterranea di Bari su iniziativa di Federalimentare, Fiere di Parma e Ice con la collaborazione di BuonItalia, Regione Puglia e Fiera del Levante.

La piazza più forte per quanto riguarda l'export è la Germania: nel 2004 il valore delle esportazioni è stato di 2,3 miliardi. La Francia ha acquistato prodotti italiani per un valore di 2,8 miliardi di euro, mentre la Gran Bretagna per un importo di 1,4 miliardi di euro. E non è solo la vecchia Europa che ha gradito i nostri prodotti: i 10 nuovi Paesi membri della Ue rappresentano ormai un mercato dalle enormi potenzialità, i cosiddetti "emergenti". L' export per i 10 nuovi Paesi è stato infatti di soli 426 milioni di euro, ma la variazione percentuale rispetto al 2003 è stata significativa: +12,2%. Situazione simile in Russia dove la crescita è stata addirittura del 12,7% per un valore di 150 milioni di euro, e in Turchia (+11%). E la Russia, insieme con l' Australia (nel 2004 l' export è stato di 178 milioni di euro (+15,3% rispetto al 2003) rappresenta "la certezza del domani". Oltre oceano, gli Stati Uniti si confermano cliente abituale: il valore dell'export è stato di quasi 1,9 miliardi di euro (+5%).

"Il consumo dei prodotti italiani sta aumentando in America" racconta John Profaci, imprenditore originario della Sicilia, nato in America dove vive e dove è presidente e fondatore della "Colavita Usa" che importa prodotti alimentari italiani negli Stati Uniti dal '78. ''In America - racconta - si stanno aprendo molti ristoranti italiani e anche in catene di ristoranti americani ci sono spesso posti, un centinaio circa, destinati al consumo di prodotti italiani, pasta, aceto balsamico, olio e anche vini, molti vini, anche quelli cari". "I consumatori americani - prosegue Profaci - ritengono che i prodotti fatti in Italia sono i migliori del mondo, per gusto, per qualità e anche se i prezzi sono più alti i prodotti italiani sono preferiti a tutti gli altri". "In America preparare in casa, il sabato la domenica, piatti italiani è come andare a teatro, diventa - afferma Profaci - uno spettacolo".

La via perché i prodotti italiani mantengano questa leadership a livello internazionale é, secondo Profaci, "quella di mantenere la qualità, di non cambiare il prodotto, non alterare le caratteristiche del prodotto".

Dello stesso avviso è l' imprenditore giapponese Ieruo Ishimitsu, che, a 82 anni, ha partecipato alla Convention di Bari per confermare che in Giappone "l'uso dei prodotti alimentari Made in Italy non è assolutamente un fatto di moda; il cibo italiano è diventato - afferma - un fatto familiare". In Giappone, in effetti, le esportazioni sono aumentate dell'1,3% e - assicura Ishimitsu - "in Giappone sono presenti tutte le realtà di cibo di tutte le regioni italiane". "Sono comunque le nuove generazioni, i giovani giapponesi, a preferire il cibo italiano", afferma Ishimitsu, importatore in Giappone soprattutto di pasta italiana, conserve di pomodori, arance rosse e dolci. Ishimitsu è anche il più grande tostatore di caffé in Giappone ed è a capo di un' azienda specializzata nel settore della ristorazione oltre che proprietario a Tokio del ristorante italiano "Il Barbero".

"Importiamo anche vino italiano - racconta ancora - e le giovani generazioni giapponesi vengono in Italia ad imparare la cucina italiana e poi tornano in Giappone dove aprono ristoranti italiani".

Fonte: Ansa - Luisa Amenduni

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