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ALLA RICERCA DEL VALORE PERDUTO: LE CANTINE ITALIANE IN GIAPPONE CON VINITALY TOUR (10-11 NOVEMBRE) A EATALY TOKYO. ITALIA SECONDO IMPORTATORE NEL SOL LEVANTE, MA SE SALE LA QUANTITÀ (23,6 MILIONI NEL 2009 SUI 22,7 DEL 2007), IL VALORE È SCESO DEL 21%

Alla ricerca del valore perduto: è con questa missione che parte l’edizione n. 5 del Vinitaly Tour (www.vinitalytour.com) in Giappone, di scena dal 10 all’11 dicembre a Tokyo, dove 25 cantine di tutto il Belpaese porteranno, insieme a VeronaFiere, il vino italiano di qualità a Eataly, il food concept store della capitale nipponica. In un mercato degli alcolici dominato dalla birra (35% del totale), infatti, il vino (per il 66% del totale proveniente dall’estero), come tutto il resto dell’economia, ha sentito i colpi della crisi, e se l’Italia, che è il secondo Paese esportatore sia per i vini fermi (con il 15,1% del valore del mercato) che per gli spumanti (12%) dietro alla Francia, che domina con il 55,1% e con il 69,7% (ma in forte calo), tra il 2007 e il 2009, ha visto crescere leggermente il volume delle proprie importazioni nel Paese del Sol Levante (da 22,7 a 23,6 milioni di litri), ha visto una perdita in valore del 21%, passando da 107,5 a 84,5 milioni di euro (dati Ice). Ma da un Paese dove la cultura del cibo italiano è ben presente e può fare da traino al vino, e dove comunque la curiosità per il nettare di Bacco è in costante crescita, arrivano anche segnali positivi: nei primi 8 mesi del 2010 le esportazioni hanno già raggiunto i 22,6 milioni di ettolitri, e visto che le bollicine del Belpaese sono la tipologia che ha tenuto meglio al difficile momento economico, mantenendo il valore sui 23 milioni di euro e crescendo in volume (dai 4 milioni di litri del 2007 ai 4,9 del 2009), le prospettive di crescita sono positive. Per coglierle, però è necessario migliorare i rapporti sia con il trade che con il pubblico degli appassionati. Ecco perché la due giorni di Vinitaly Tour Japan a Eataly sarà orientata a entrambi i target: il 10 saranno di scena gli incontri b2b, e i seminari di formazione sul mercato Giapponese, rivolte soprattutto alle aziende che per la prima volta si affacciano nell’importante mercato asiatico, replicando il format orientato non solo al business, ma anche alla formazione, che ha debuttato con successo nella tappa del Vinitaly Tour in Usa, e replicata anche nell’ultimo appuntamento di Hong Kong. A portare i loro contributi, tra gli altri, ci saranno 3 dei più importanti importatori e distributori di vino italiano del Giappone: Avico, Jet e Grand Sam, che spiegheranno non solo i trend di consumo, ma anche i meccanismi, le leggi e tutto quello che può servire per chi dall’Italia vuole cominciare a vendere il proprio vino in Giappone. L’11 dicembre invece, Eataly sarà il teatro di una degustazione dei vini delle cantine presenti aperta al pubblico, dedicata a tutti quegli appassionati che vogliono saperne di più sui nettari (ma anche sull’olio d’oliva, grazie a Unaprol) del Belpaese. Ma nell’appuntamento di Tokyo ci sarà spazio anche per le “Cantine che hanno cambiato l’Italia”, evento nell’evento promosso da Civiltà del Bere, che in Giappone racconterà le storie di colonne della nostra enologia come Banfi, Zonin, Fazi Battaglia, Frescobaldi, Lungarotti e Masi. E ancora, visite per i produttori nei più importanti wine shop della città, per fa toccare con mano i posti e i modi di fare mercato del vino in Giappone.
Una volontà, quella di Vinitaly Tour, di diventare sempre di più uno strumento al servizio delle imprese italiane anche all’estero, missione che storicamente Vinitaly (Verona, 7-11 aprile 2011, www.vinitaly.com), l’evento del vino più importante del mondo, ha fatto sua, e che viene svolta in collaborazione con le più importanti istituzioni per la promoziona del Made in Italy, dal Ministero per le Politiche Agricole all’Ice, passando per Buonitalia.

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