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ALLARME DI CONFAGRICOLTURA: “A QUESTI PREZZI SI CHIUDE, REALE RISCHIO ABBANDONO DELL’AGRICOLTURA”. IL PRESIDENTE VECCHIONI CHIEDE AZIONI A LIVELLO EUROPEO E NAZIONALE: “PUNTARE SULLO SVILUPPO, NON SUGLI AIUTI”

“A questi prezzi si chiude”. Ecco il lapidario ma chiarissimo allarme lanciato dal presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, al Commissario europeo Mariann Fischer Boel, dal summit dell’organizzazione, in Sardegna. “In agricoltura - avverte il presidente - c’è un reale “rischio abbandono” se l’Europa non interviene con strumenti agili e immediati, e non lascia spazio ad interventi nazionali. La Pac non è più “comune”, ma sfocia nel cannibalismo”.

Perché il messaggio sia rivolto alla Commissione è chiaro: il ruolo dell’Europa è “imprescindibile - sottolinea Vecchioni - tanto più con un Parlamento che assume il potere di codecisione”. Ma è necessario agire anche sul piano nazionale, partendo proprio dalla Finanziaria, che nelle speranze di Confagricoltura, dovrebbe stabilizzare alcune misure fondamentali per il settore. “Bisogna intervenire radicalmente e con urgenza sui costi - dice Vecchioni - anche attraverso uno snellimento burocratico, oltre che con misure di agevolazione fiscale e contributiva per le aziende agricole, gli incentivi per l’imprenditorialità giovanile, il Fondo di solidarietà e l’estensione della “Tremonti ter” alle imprese del settore”.

Fondamentale anche un rapporto più incisivo con le economie locali: i 430 milioni per i contratti di filiera “hanno preso altre vie, mentre costituiscono un incentivo allo sviluppo da ripristinare assolutamente”.

È sullo sviluppo, e non sugli aiuti, che punta Vecchioni. “Il settore ha dato ampia prova di volersi misurare col mercato - ha detto - anche mentre la speculazione picchia duramente su comparti nodali come quello dei cereali, in cui i produttori nazionali stanno subendo perdite gravissime, tanto da mettere a repentaglio il futuro prossimo del grano italiano”.

E a chi sostiene che i fondi sono scarsi, Confagricoltura ricorda che ci sono “800 milioni inutilizzati dai Piani di Sviluppo Regionali, e che potrebbero essere riallocate. Soldi pronti, che sarebbero una salvifica boccata d’ossigeno per l’agricoltura.

Sempre presente anche la minaccia del “rischio liquidità” per le imprese, ma Vecchioni si unisce all’attacco al sistema bancario, auspicando “una riformulazione degli strumenti del credito, perché delle banche c’è un gran bisogno”.

Il summit di Confagricoltura in Sardegna, dove è presente il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro e dove, domani, è atteso il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, è l’occasione per richiamare l’Europa una politica produttiva. “Produzione - dice Vecchioni - e non scambi: l’Ue è il maggior importatore del mondo, ma poi non riesce a difendere le sue eccellenze. Mentre, sul piano dei prezzi, la concorrenza è in casa, non fuori dei confini della Ue. L’Europa non fa da paracadute a questo micidiale mix di importazioni e concorrenza interna fratricida, agisce pensando ai consumatori, ma si dimentica di chi produce. Se si va avanti così l’agricoltura chiude, bisogna tornare ai valori fondanti della comunità europea”.

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