Una risposta gastronomica tempestiva, globale e collaborativa, quella dello chef José Andrés, all’emergenza più dura dei nostri tempi, la pandemia di Coronavirus. Risposta che gli ha fatto conquistare il Basque Culinary World Prize 2020, uno dei più ambiti premi dell’alta cucina, assegnato a San Sebastián. Ed anche economicamente sostanzioso: in palio c’erano 100.000 euro, che adesso chef Andrés potrà utilizzare per continuare il suo lavoro nel sociale. Secondo la giuria del Premio, presieduta da Joan Roca (El Celler de Can Roca) e da lcuni dei più importanti chef ed esperti alimentari del mondo - come Ferrán Adrià (El Bulli Foundation), Mauro Colagreco (Mirazur), Gastón Acurio (Acurio Restaurants), Dan Barber (Blue Hill Farm), Eneko Atxa (Azurmendi), Andoni Luis Aduriz (Mugaritz), Enrique Olvera (Pujol), Trine Hahnemann (Hahnemanns Køkken) e Yoshihiro Narisawa (Les Créations de Narisawa) - José Andrés con il suo progetto World Central Kitchen (WCK), fondato 10 anni fa riunendo chef di tutto il mondo con la missione di fornire una risposta globale e cooperativa a situazioni di emergenza, rappresenta gli sforzi fatti dagli chef di tutto il mondo per cercare di dare una risposta alle sfide avanzate dalla crisi. Ed è stato scelto perché impersona lo spirito collaborativo indispensabile in tempi così critici.
La determinazione, rapidità ed efficienza dimostrate da Andrés a fronte della crisi del Covid hanno stimolato anche altri professionisti a lanciare programmi per risollevare il settore della ristorazione. Da questo punto di vista, il lavoro di Andrés simboleggia gli sforzi fatti dagli chef in tutto il mondo, e fa proprie tutto ciò che è necessario in questi tempi difficili: facilitare l’accesso al cibo in zone di scarsità, gestire mense di solidarietà in contesti complessi, ripristinare le catene di fornitura per i piccoli produttori, fornire sostegno diretto al personale dei ristoranti mentre la forza lavoro del settore deve combattere con le conseguenze delle chiusure di bar e esercizi; e per il solo fatto di costituire un esempio di collaborazione e assunzione di responsabilità.
Nel passato, infatti, Andrés ha utilizzato la sua influenza a sostegno di cause politiche e umanitarie contribuendo a creare una forma di resilienza alimentare durante le catastrofi di Haiti e Porto Rico, e ha dedicato anni a promuovere riforme dell’immigrazione e miglioramenti occupazionali nel settore della ristorazione. È sempre stato consapevole che la cucina può essere un impulso per il cambiamento sociale, soprattutto alla luce delle politiche sull’immigrazione del presidente Usa Donald Trump. E proprio durante la pandemia, il Wck ha assunto un ruolo importante: quando la diffusione del virus ha cominciato a crescere, José Andrés è sceso in campo in diverse città degli Stati Uniti e in Spagna. Proprio qui, nei momenti peggiori della crisi, Wck gestiva 150 cucine in 10 città in collaborazione con chef locali, con banchi alimentari, con la Croce Rossa, mostrando di essere divenuta, durante la pandemia, un’iniziativa di collaborazione globale tra chef di tutto il mondo.
Come detto, determinazione, rapidità ed efficienza di Andrés hanno ispirato tanti altri chef durante la crisi: per questo motivo, in via eccezionale, la giuria del Basque Culinary World Prize 2020 ha voluto segnalare, oltre al lavoro di Andrés, quello svolto da altri 10 chef, con una speciale menzione a Mariana Aleixo, per il suo lavoro nelle favelas di Rio de Janeiro con Maré de Sabores; ad Elijah Amoo Addo, per progetti come Food for All Africa e Chefs on Wheels in Ghana; a Greg Baxtrom, per le importanti iniziative di benficienza a New York in occasione della pandemia; a Simon Boyle, per gli aiuti a persone disagiate con il suo Brigade a Londra; a Tracy Chang, per Off Their Plate e Project Restore Us a Cambridge, Massachusetts; a David Hertz di Gastromotiva per l’istituzione di banchi alimentari e altre iniziative in Brasile e Messico; ad Ed Lee, per il suo lavoro a favore dei dipendenti dei ristoranti in tutti gli Stati Uniti; a Juan Llorca, in Spagna, per l’aiuto dato ai genitori nel lockdown fornendo ricette semplici e sane per i ragazzi; a Nicole Pisani, di Chefs in Schools nel Regno Unito, per avere fornito cibo a giovani disagiati nella chiusura delle mense scolastiche.
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