Amarone, Franciacorta e Prosecco guidano la classifica delle prime 15 Denominazioni a valore più vendute nel 2017, su un totale di 820.000 bottiglie, seguite da Valpolicella Ripasso, Barolo, Brunello di Montalcino, Bolgheri, Trento Doc, Chianti, Valpolicella, Gewürztraminer, Lugana, Nebbiolo, Barbaresco e Pinot Nero. E nel primo trimestre 2018 il 49% a quantità (56% a valore) dell’acquistato è rappresentato dai vini rossi, mentre i bianchi vengono scelti con una percentuale del 19% (15% a valore), le bollicine con una del 28% (24% a valore) lasciando ai rosati solo l’1% delle preferenze (0,5% a valore), su un giro di affari di circa 3 milioni di euro (dato del venduto a bottiglia, con un prezzo medio di 17,14 euro). Sono i primi dati dell’Osservatorio Signorvino, nato per monitorare direttamente il consumatore finale, dando indicazioni sui trend e le tendenze del vino italiano, in linea con la filosofia dell’eno-catena del Gruppo Calzedonia (15 punti vendita, da Verona a Bologna, da Torino a Firenze) di raccontare il vino con una formula giovane e divertente. Il campo di studio sono oltre 1.500 etichette di almeno 250 fornitori, che permettono di dare indicazioni sul valore e sul volume delle Denominazioni maggiormente vendute, rappresentando le preferenze espresse dal consumatore e profilando diversi target con le relative abitudini.
Scendendo nel dettaglio, come è evidente, delle prime 5 Denominazioni 3 appartengono alla Regione Veneto (Amarone, Prosecco, Ripasso), dato certamente condizionato dalla presenza di store Signorvino sul territorio veronese, che, a scaffale, conta oltre 80 etichette di Amarone, più di 70 etichette di Franciacorta e Barolo e quasi 40 etichette di Brunello. Il cliente tipo? Maschio di età media, 40 anni, e principalmente fidelizzato sul territorio. E, considerando le molte location degli store nei luoghi più celebri delle città, anche la presenza di turisti è preponderante nella ricerca svolta.
Nel primo trimestre 2018, tra le prime macro tendenze che sono state evidenziate nelle scelte del consumatore, sia pur condizionate dalla stagionalità, seccondo l’Osservatorio Signorvino, c’è sempre più attenzione per i vini biologici, soprattutto da parte del pubblico femminile (circa il 10% delle etichette negli store sono bio, una grande presenza che però rappresenta soltanto il 7% delle vendite, sia pur con un trend di crescita positiva). Molta curiosità ed attenzione viene invece dimostrata per i piccoli produttori, realtà giovani ed emergenti, di grande qualità, proposte a prezzi convenienti, richieste da un pubblico esperto che vuole provare qualcosa di nuovo, ma anche da coloro che non hanno particolare preparazione in merito.
Un altro tassello importante è rappresentato dai prodotti brand, le etichette più vendute e note che hanno contribuito a rendere famosa la produzione italiana nel mondo: rappresentano una sicurezza in più per i clienti che si avvicinano al vino per la prima volta, che non hanno particolare attenzione al prezzo ma vogliono fare bella figura davanti agli ospiti. Sempre di grande impatto e curiosità per tutti i clienti i vini premiati e le grandi etichette famose, presenti in store con quasi 350 alternative.
Un target stimolante da monitorare per la realtà del mondo del vino è sicuramente rappresentato dai Millenials. È interessante riscontrare che questo profilo non si avvicina al mondo del vino con l’acquisto take away, ma è alla ricerca di un’esperienza divertente e allo stesso tempo formativa. La partecipazione si manifesta attiva agli eventi organizzati in negozio con la presenza dei produttori, in collaborazione con grandi realtà ma anche con piccolissime. Ed è incoraggiante per il settore riscontrare da parte dei più giovani una certa voglia di saperne di più, di conoscere, che è in crescita anche grazie ai canali social resi allettanti dalla possibilità di interagire con influencer giovani e spesso molto preparati.
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