Non solo la nuova relazione sul Beca, il “Beating Cancer Plan”, che torna a scuotere il mondo del vino e non solo (come emerso anche dagli Stati Generali del Vino a Roma, di scena ieri in Campidoglio, come abbiamo scritto qui): anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) torna a fare pressione per arrivare agli “health warnings” nell’etichetta di tutte le bevande alcoliche, con focus sui rischi di cancro alcol-correlato. A pochi giorni dalla pubblicazione del documento di revisione del Beca da parte della Commissione Ue, datato 4 febbraio 2025 , infatti, un comunicato dell’Oms del 14 febbraio ammonisce senza mezzi termini: “le etichette con avvertenze sanitarie ben visibili sulle bevande alcoliche sono essenziali per aumentare la consapevolezza che il consumo di alcol può portare al cancro. Questa misura semplice ed economica può consentire ai consumatori di fare scelte informate che possono aiutare a ridurre i danni legati all’alcol”, si legge sul sito della stessa Oms. Che aggiunge: “un nuovo rapporto dell’Oms Europa, “Alcohol health warning labels: a public health perspective for Europe” sottolinea l’urgente necessità di un’etichettatura obbligatoria e standardizzata per le bevande alcoliche”.
“L’alcol causa circa 800.000 decessi all’anno nella regione europea dell’Oms, sede dei più forti bevitori del mondo. Molti Paesi della regione devono ancora compiere progressi significativi nell’attuazione delle politiche di riduzione del danno da alcol. Nonostante il cancro sia la principale causa di decessi attribuibili all’alcol nell’Unione Europea, la consapevolezza pubblica del legame tra alcol e cancro rimane bassa in modo allarmante”, spiega ancora l’Oms. Secondo il cui studio, condotto in 14 Paesi della regione europea, viene “rivelato un notevole divario nella consapevolezza: solo il 15% degli intervistati sapeva che l’alcol provoca il cancro al seno e solo il 39% era consapevole del suo legame con il cancro del colon”, sostiene l’Oms.
“Etichette chiare e ben visibili sulle avvertenze sanitarie sull’alcol, che includono un’avvertenza specifica sul cancro, sono una pietra miliare del diritto alla salute, perché consentono alle persone di disporre di informazioni vitali per fare scelte informate sui danni che i prodotti alcolici possono causare. Fornire queste informazioni non toglie nulla ai consumatori, al contrario, li arma di conoscenza, e la conoscenza è potere”, afferma il dottor Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’Oms per l’Europa. Le etichette di avvertenza sanitaria sugli alcolici, spiega ancora l’Organizzazione Mondiale della Sanità, “sono attualmente implementate solo in 3 dei 27 Paesi dell’Ue e solo in 13 dei 53 Stati membri della regione europea dell’Oms, lasciando i consumatori all’oscuro dei rischi che corrono”.
“Le etichette di avvertenza sanitaria sull’alcol sono una parte importante della politica sull’alcol e svolgono molteplici funzioni”, spiega il dottor Gauden Galea, consulente strategico del direttore regionale dell’iniziativa speciale sulle malattie non trasmissibili e l’innovazione all’Oms/Europa. Che aggiunge: “le etichette con avvisi sanitari consentono ai consumatori di prendere decisioni informate, aumentano la consapevolezza dei rischi per la salute attribuibili all’alcol, possono aumentare il sostegno pubblico per le politiche sull’alcol e ridurre l’attrattiva generale dei prodotti alcolici, influenzando in ultima analisi le norme sociali sul consumo. Soprattutto per le generazioni più giovani, le etichette obbligatorie di avvertenza sanitaria sull’alcol potrebbero aiutare a plasmare comportamenti e atteggiamenti più sani nei confronti dell’alcol”.
Una posizione chiara, quella dell’Oms, che, peraltro, parla sempre e semplicemente di consumo, nel suo comunicato, e mai di abuso. E che, nelle “raccomandazioni politiche”, critica, tra le righe, anche il processo che ha visto l’Ue e l’industria del beverage arrivare ad un percorso concordato, per esempio, sulle indicazioni nutrizionali in etichetta, come si evince da questo passaggio: “l’impatto delle avvertenze relative alla salute dipende dal design, dal contenuto e dal posizionamento sulle etichette. I Paesi dovrebbero rendere obbligatorie le etichette di avvertenza sanitaria sui prodotti alcolici, piuttosto che affidarsi all’autoregolamentazione dei produttori di alcolici, in quanto questi potrebbero optare per un posizionamento poco appariscente e un messaggio ambiguo”. E ancora: “i prodotti alcolici dovrebbero riportare avvertenze chiare e ben visibili per la salute. Queste possono essere presentate in formato di solo testo o combinate con pittogrammi per massimizzare la portata e fornire ai consumatori informazioni chiare e accurate per fare scelte informate sulla loro salute. L’industria degli alcolici generalmente supporta l’introduzione di codici Qr sui prodotti, consentendo ai consumatori di cercare ulteriori informazioni sulla salute se lo desiderano. Tuttavia, uno studio pilota ha dimostrato che solo lo 0,26% degli acquirenti ha scansionato i codici Qr alla ricerca di informazioni sulla salute, sottolineando l’importanza di etichette visibili sulla confezione”.
Parole pesanti, quelle dell’Oms, ancora una volta, che si inseriscono in uno scontro tra visioni sul consumo di alcol, sulla lotta all’abuso, sulla differenza tra informare, condizionare e spaventare il consumatore, e più in generale sul bilanciamento tra gestione della salute pubblica e libertà personale dei consumatori che, evidentemente, si fa sempre più aspro e aperto.
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