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Brunello di Montalcino punta a rafforzare presenza sul mercato ... Il Brunello di Montalcino punta a rafforzare la propria presenza sui mercati italiani e mondiali. Gli obiettivi partono dal presupposto dei successi ottenuti nel
corso del 2003 quando, nonostante un generale rallentamento del "made in Italy" sul mercato americano a causa del dollaro in netta flessione sull'euro, l'export del Brunello in Usa è
aumentato dell'8% (facendo crescere la quota dal 24% al 32%). Gli estimatori americani dimostrano, quindi, un interesse immutabile per il vino di Montalcino, confermato dal recente "road show" negli Usa del Consorzio del Brunello. E proprio il successo del Brunello oltreoceano sarà uno degli argomenti al centro del dibattito nella due giorni internazionale "Benvenuto Brunello", che il Consorzio del Brunello ha organizzato a
Montalcino per operatori ed esperti del settore da domani al 14 febbraio. Ma l'interesse per il Brunello, da anni ai vertici dell'enologia mondiale, è sottolineato in questi giorni anche
dal fatto che il vino della Castello Banfi, azienda leader di Montalcino diretta da Enrico Viglierchio e condotta in cantina dall'enologo Rudy Buratti, è arrivato alla conquista del grande schermo, dopo aver ottenuto i massimi voti della critica enologica mondiale (dal Gambero Rosso al Wine Spectator). Nel film "Le invasioni barbariche", uno dei successi di questa stagione cinematografica, si brinda proprio con una bottiglia del pregiato "cru" di Montalcino. Non solo, sul fronte della aste di vino internazionali, è ancora il vino di Montalcino a
farla da padrone, e gli incrementi più alti sono stati messi a segno da un'altra griffe locale: la Biondi Santi, che ha inventato nell'Ottocento il Brunello, con le sue storiche Riserve è sempre in vetta ai migliori investimenti in vino d'Italia e del mondo.