02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Ansa

Zonin: tagliare Iva al 10% per salvare mercato
La richiesta in una lettera inviata a Berlusconi ... Un taglio deciso dell'Iva dal 20 al 10% per il vino italiano. A chiederlo è Gianni Zonin, uno dei più noti vignaioli d'Italia, che ieri ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, "per invitare il Governo a ridurre il peso fiscale sul vino per rilanciare il comparto e allentare la stretta dei consumi".

Di fronte al continuo calo dei consumi, alla prevista super-produzione 2004 in Italia e in Europa, alla divaricazione creatasi fra la capacità di spesa del consumatore italiano e la crescita dei prezzi al dettaglio - scrive Zonin - "il settore ha bisogno di un intervento urgente e servono misure concrete perché il vino italiano torni ad essere, come è sempre stato nella tradizione del nostro Paese, un alimento quotidiano, evitando che esso si trasformi in un prodotto di lusso, da classificare nei consumi di alta gamma riservati a pochi gourmet". E, laddove non sono sufficienti azioni pubblicitarie o campagne di informazione sugli effetti benefici che come attestano studiosi di tutto il mondo un consumo costante e moderato di vino porta alla salute, occorre "un deciso intervento sui prezzi per consentire all'italiano medio e alla sua famiglia, di continuare a mettere il vino sulla tavola di tutti giorni e gustarsi così un buon bicchiere". "Se è vero che il vino è un alimento come è sempre stato considerato da 2.500 anni - continua Zonin nella lettera a Berlusconi - è difficile capire perché proprio sul vino gravi un'Iva del 20%, mentre tutti gli altri prodotti tipici dell' alimentazione italiana (pane, olio, latte, frutta, verdura) scontano un'imposta del 4%". La proposta di portare l'Iva sul vino dall'attuale 20% al 10%, secondo Zonin, riguarda uno sforzo possibile per quello che altro non è che "un atto di giustizia, semplice e concreto nei confronti del vino e dei viticoltori italiani utile a salvare dalla crisi un intero settore".

I conti tornano, infatti, se si considera che il fatturato del settore ammonta a 10.000 miliardi delle vecchie lire, l'imposta equivale a una riduzione del gettito di 1.000 miliardi. Considerato, poi, che molti viticoltori operano in regime di Iva compensata, l'onere per lo Stato non supererebbe i 500 miliardi delle vecchie lire. Si tratterebbe dunque di un taglio che, secondo le parole di Gianni Zonin, "raccoglierebbe la riconoscenza di produttori e distributori, favorendo la ripresa dei consumi e il rilancio del vino come principe dell' alimentazione italiana e tradizionale complemento della dieta mediterranea". Ma, soprattutto, una simile azione "costituirebbe un intervento coerente con il programma di riduzione delle imposte dimostrandone con immediatezza l'efficacia" e aiutando un comparto, come quello vitivinicolo, tra i più importanti dell'agricoltura italiana in termini di Pil prodotto e di fatturato, che ammonta a 16.000 miliardi delle vecchie lire, con 800.000 viticoltori che lavorano nel "vigneto Italia", il più grande del mondo, e oltre 6.000 miliardi di export che fanno del vino uno dei prodotti più attivi sulla nostra bilancia alimentare e non ultimo per il prestigio di cui gode a livello internazionale il vino "made in Italy".

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su