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Ansa

Vino: italiani non rinunciano a bere, ma spendono meno. Salone di Torino conferma boom dei rossi e vini da tavola ... Gli italiani non rinunciano ad un buon bicchiere di vino, ma guardano di più al portafoglio. La tendenza che è emersa alla 4/a edizione del Salone del Vino a Torino, è chiara: si continua a bere, soprattutto italiano, ma
senza esagerare con il prezzo. Non è tanto il caro-euro ad orientare le scelte quanto la maggiore consapevolezza da parte del consumatore che la qualità può sposarsi anche con vini
meno nobili. E così la media per una bottiglia da 750 centilitri è di 4,5 euro (-6% rispetto al 2003) se acquistata nella grande distribuzione, mentre in enoteca la soglia arriva a sfiorare i 15 euro. Vista la difficile situazione economica,
"l'attenzione al prezzo dei vini - spiega il direttore del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano - è aumentata", tanto che il 98% dei consumatori, interpellati negli ultimi 12
mesi, la ritiene fondamentale. Una tendenza, questa, rilevata sia dalle stesse catene della grande distribuzione sia dalle enoteche: rispettivamente il 65% e il 78% dichiara di aver
percepito, da parte della clientela, una maggiore attenzione al prezzo. Sul fronte dei consumi un'iniezione di fiducia alle previsioni di vendita arriva dai buyer. Secondo 6 su 10 il
mercato nella grande distribuzione è, infatti, destinato il prossimo anno a crescere. Si tratta di un dato positivo in un comparto, come quello del vino, segnato da una continua flessione del consumo pro-capite su base annua passato, nell'ultimo decennio, da 65 litri agli attuali 48. Una tendenza, questa, che sembra si stia esaurendo. Prova ne è che nel primo semestre del 2004 la contrazione è stata solo dello 0,1% contro il 7,2% del 2001, il 4% del 2002 e l'1% del 2003. Un dato che fa, quindi, ben sperare gli operatori che guardano a prospettive più rosee per il futuro. E proprio la grande distribuzione
organizzata, in questo senso, puo' giocare un ruolo di primo piano. Supermercati e Ipermercati, forti di una politica commerciale che premia la promozione e lo sconto, stanno diventando sempre di più il fulcro intorno a cui ruotano gli acquisti dei consumatori, cosi' come già avviene negli Usa, e anche in Paesi europei come Francia, Inghilterra e Germania. Dalla rassegna torinese arriva inoltre un'ulteriore conferma. Tra i confezionati non si arresta più la corsa dei vini da tavola e degli igt che generalmente hanno prezzi più abbordabili, mentre scontano una situazione di sofferenza le doc e le docg. I vini però più penalizzati, negli ultimi 12 mesi,
sono gli spumanti, più trascurati da parte dei consumatori italiani che, culturalmente, sono poco educati al consumo delle bollicine. Continua ad aumentare, invece, il gradimento per i rossi,
rafforzando una tendenza in atto da sempre. Mentre la stragrande maggioranza dei consumatori italiani preferisce i vini made in Italy, nonostante la concorrenza, sul mercato internazionale dei Paesi del Nuovo Mondo, Australia e Cile in testa, che
applicano con rigorosa efficienza piani commerciali aggressivi. In realtà i consumatori italiani hanno definitivamente riconosciuto alla produzione enologica italiana, anche di fascia
bassa, un credito importante, generato dall'indubbia e solida qualità ormai genericamente raggiunta dai vini del Bel Paese.
Facile, a questo punto, riuscire a resistere alle lusinghe, seppure pressanti, dello straniero.

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