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Ansa

Tornano in voga i bianchi, estero traina... Rispunta la voglia di bianco. E non sulle passerelle delle sfilate di moda, ma nei gusti degli amanti del buon bere. Segnali di quella che si annuncia come una significativa controtendenza del mondo del vino, dominato negli ultimi anni dai rossi, arrivano dai mercati esteri ed emergono anche dal Vinitaly. Sono soprattutto i Paesi del Nord Europa a mostrare un particolare apprezzamento per i bianchi made in Italy: Svezia, Norvegia e Finlandia hanno sensibilmente aumentato i consumi di etichette del nostro Paese. Ma anche i mercati emergenti, come la Russia e la Cina, stanno andando nella stessa direzione. Nel mercato americano la rivalutazione del bianco è già esplosa da qualche anno, e visto che il mercato Usa fa tendenza, altri stanno seguendo la scia. In particolare stanno aumentando le richieste di etichette prodotte con grandi vitigni autoctoni a bacca bianca come il Verdicchio. A confermarne il buon andamento é Michele Bernetti di Umani Ronchi, che con la sua cantina esporta il 75% della produzione, destinata ad oltre 50 Paesi del mondo: in testa ai Paesi 'innamorati' del più celebre bianco delle Marche c'é la Svezia, da sempre mercato dominato dai grandi vini rossi, e in cui oggi bere Verdicchio è diventato di gran moda, soprattutto tra i giovani. Anche Stati Uniti e Giappone hanno incrementato sensibilmente la loro richiesta di Verdicchio. Altri vitigni bianchi per i quali si registra un incremento nelle preferenze e nei consumi sono quelli del Collio. Secondo Ornella Venica di Venica & Venica, una delle più celebrate griffe del Friuli: "Dopo una fase in cui i consumatori sono stati più attratti dai vini rossi, soprattutto perché se ne è parlato tanto sulla stampa, adesso c'é un riavvicinamento ai bianchi. Sono privilegiate dal mercato le bottiglie dal buon rapporto qualità/prezzo, particolarmente richieste in Paesi come Austria, Svizzera e Germania, ma anche dai Paesi dell'Est, Russia in testa". Grandi produttori di vini bianchi per vocazione sono i trentini della cantina La Vis e Val di Cembra, una delle più importanti realtà cooperative della regione. "Germania, Inghilterra e Usa, i nostri principali mercati, hanno sempre apprezzato - rileva il direttore Fausto Peratoner - i vini bianchi italiani. Certo è che negli ultimi 2-3 anni si è assistito ad una maturazione nel gusto dei consumatori, che hanno smesso di chiedere vini standardizzati in favore di prodotti con maggiore personalità, magari da vitigni autoctoni. Grande successo ultimamente - conclude - hanno avuto in Inghilterra vini aromatici come il Muller Thurgau". Anche i bianchi siciliani fanno furore sui mercati di tutto il mondo: "soprattutto - sostiene Alessio Planeta della Planeta - in Germania e negli Stati Uniti, in cui sono amati vini dalla grande personalità, strutturati e da vitigni autoctoni". Ettore Nicoletto, direttore di Santa Margherita, una delle più grandi e importanti aziende italiane che ha fatto dell'export il suo punto di forza, spiega: "il nostro Pinot Grigio, ormai considerato a tutti gli effetti un vitigno naturalizzato italiano, ricopre il ruolo di protagonista nei gusti dei consumatori americani. E non solo: va forte anche in Gran Bretagna e Germania. Adesso poi che stiamo lanciando la nostra nuova collana di vini siciliani, con il progetto Terreliade, abbiamo rilevato tra i nostri venditori all'estero - conclude - uno straordinario interesse per i bianchi a matrice autoctona, a base di Grillo e Insolia".

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