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Vino, aperitivo traina consumi ... L' aperitivo entra ufficialmente nel mondo del vino, trainandone i consumi orientati su bollicine, bianchi autoctoni e rosati. E' questa la fotografia scattata dall' Osservatorio del Salone del Vino, in un'indagine che sarà presentata nel corso dell'edizione 2005, a Torino, dal 27 al 30 ottobre. L'Italia, rispetto agli altri grandi Paesi consumatori come Francia e Spagna, è quindi in controtendenza. Si attende poi per il nostro Paese - come ha confermato uno studio presentato al Vinexpo di Bordeaux da Iwsr - un incremento di consumo del 3,3% nei prossimi tre anni, mentre già quest' anno si dovrebbe registrare a saldo una crescita vicina al punto percentuale: da qui al 2008 il vino consumato in Italia dovrebbe attestarsi su 28,53 milioni di ettolitri. Il vino, quindi, si avvia ad occupare spazi tradizionalmente appartenenti ai superalcolici e ai cocktail. Una tendenza accentuata nella fascia d' età che va da 30 ai 55 anni e che riguarda soprattutto gli uomini. Dall' analisi condotta dall' Osservatorio del Salone del Vino risulta infatti che wine-bar, enoteche e bar hanno registrato un forte incremento di consumo di vini a bicchiere e una contrazione della vendita di bottiglie, soprattutto di prezzo superiore ai 15 euro. Il vino, insomma, non rappresenta più soltanto una abitudine quotidiana e un compagno di tavola, ma diventa un elemento di comunicazione, socializzazione e svago. A confermare il dato é un' indagine condotta da Ismea ed Enoteca Italiana, secondo la quale da aprile 2004 ad aprile 2005 si è avuto un incremento dello 0,3% del consumo di vino (con una forte impennata dei vini a denominazione), con gli spumanti protagonisti, grazie a un balzo in avanti del 2,1%. Si tende dunque a bere giovane, in tutti i sensi, visto che soprattutto i wine-bar e i bar segnalano una ripresa di consumo di vino da parte degli under 30, e in questo caso sono soprattutto le donne a chiedere il vino come aperitivo al posto dei pop drink e dei cocktail (ancora forti in discoteca). Dall' analisi dell' Osservatorio del Salone del Vino emerge comunque che a tirare sono soprattutto i vitigni autoctoni. Il consumatore chiede riconoscibilità e personalità del prodotto, mentre gli operatori vogliono che le 'carte del vino' siano meno monumentali e più rappresentative del territorio. Secondo un' indagine condotta in Emilia Romagna su dati Istat e che l' Osservatorio del Salone del Vino ha rielaborato, i più forti consumatori di vino sembrano essere concentrati nelle regioni del Centro-Nord: in rapporto alla popolazione, Marche, Emilia Romagna e Toscana sono in testa alla classifica. Ma, ciò che dimostra come il vino sia diventato ormai anche un compagno del fuori pasto è che nelle stesse regioni dove si ha un maggiore consumo di vino si ha invece un inferiore consumo di birra e di superalcolici. Se i maggiori consumatori di vino sono concentrati nella fascia di età tra i 35 e 50 anni, gli appassionati del fuori pasto hanno in genere tra i 20 e i 34 anni, confermando il favore dei giovani per l'aperitivo. Una novità arriva infine dal mercato americano e da quello britannico. La Continental Wine Food, uno dei maggiori buyers inglesi, con forte penetrazione anche sul mercato a stelle e strisce, sostiene infatti che la sorpresa di consumo può derivare dai rosati: in Inghilterra sono passati dal 2,8% al 5,8% del mercato in un anno, e negli Usa dal 4% al 6%, in conseguenza del fatto che per i vini italiani su questi due mercati si ha un mutamento di profilo del consumatore. Si tratta - sottolineano ancora gli osservatori del Salone di Torino - per lo più di donne e uomini, con una certa preponderanza delle prime, sotto i 45 anni, sposati e senza figli, che consumano vino (acquistato nel 60% dei casi al supermercato) a casa, in famiglia e con gli amici, abbinandolo al cibo, nei momenti di svago e nel fine settimana.

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