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Ansa

Vinitaly - Zonin: “adeguare norme e dare aiuti rinnovo vigneti” ... Adeguare la normativa tra vecchio e nuovo mondo del vino e chiedere all’Unione Europea aiuti per il rinnovo dei vigneti. Queste, secondo Gianni Zonin, il più grande produttore italiano di vini, le due questioni più urgenti da risolvere per fronteggiare le sfide imposte dalla globalizzazione. 'Non stiamo combattendo la battaglia della concorrenza ad armi pari: tra Vecchio e Nuovo Mondo del vino esiste oggi un’enorme differenza normativa, che imbriglia noi e concede agli altri la più ampia libertà”. Zonin interviene per chiedere l'adeguamento della legislazione vinicola tra l'Europa e i Paesi extraeuropei, pena una dura sconfitta nella battaglia della concorrenza internazionale. “Siamo di fronte ad una sfida decisiva - spiega - o i Paesi del Nuovo Mondo vitivinicolo si adeguano alle normative europee, oppure noi europei dobbiamo essere liberati da un eccesso di vincoli. In questo modo ci troviamo esposti gravemente al rischio di essere come un pugile che chiamato a battersi per il titolo mondiale si trova a dover affrontare l’avversario con una mano legata dietro la schiena”. L’altro problema urgente sul quale Gianni Zonin richiama la massima attenzione è il rinnovamento del “vigneto Europa”, ormai obsoleto: “Per ripiantarlo occorre un enorme sforzo finanziario - commenta il produttore, che guida una delle aziende del vino italiano più conosciute nel mondo - Da un calcolo approssimativo, solo in Italia, richiederebbe un investimento pari a 25 miliardi di euro. Infatti dei 750.000 ettari in produzione, solo 250.000 sono stati rinnovati. Per i restanti 500.000 ettari, calcolando per il rinnovo un costo medio di 50.000 euro ad ettaro, si arriva ai 25 miliardi di euro totali. E’ ovvio che le aziende viticole da sole non ce la possono fare, occorre che l'Unione Europea si attivi con finanziamenti ad hoc per ricostituire i nostri “beni strumentali”. Se non si risolvono almeno queste due questioni più urgenti non si possono fronteggiare le sfide del mondo vinicolo italiano nel terzo Millennio”. “Oggi - continua Zonin - il mondo del vino è spaccato in due segmenti: da una parte sta l’Europa, la culla tradizionale del vino, dall’altra sta quello che ormai chiamiamo il “Nuovo Mondo”, rappresentato dai Paesi emergenti del settore, Australia, California, Cile, Argentina e Sudafrica. La sfida che si presenta per i prossimi anni non è possibile sostenerla da soli, nel ridotto dei nostri mercati nazionali, ma si deve articolare la risposta in termini di “sistema europeo”, che pur salvaguardando le diversità e le necessarie peculiarità, dia luogo ad un'azione comune di tutti i produttori. Se infatti guardo all’Italia trovo aziende troppo piccole, vigneti troppo vecchi e al contempo contrazione della superficie vitata, un mercato sempre più selettivo e una sempre minore quantità di vino consumata pro-capite, un eccesso di normazione e un'insufficiente tutela delle denominazioni, una competizione sempre più agguerrita che le singole aziende devono sostenere sul mercato globale e una inefficienza del “sistema Paese” dovuta alla polverizzazione aziendale che non è in grado di far penetrare il vino italiano sui mercati emergenti. E ciò che vedo in Italia non mi pare, fatte le debite proporzioni, che sia molto diverso da quanto accade nel resto d’Europa, anche se con minore gravità. Invece nel Nuovo Mondo territori che non avevano mai conosciuto la viticoltura, se non residuale e importata dagli emigranti, oggi stanno producendo grandi quantità di vino e soprattutto stanno piantando decine di migliaia di ettari ogni anno.

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