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Vinitaly: Tanzania nuova frontiera nell'Africa del vino frutto di cooperazione internazionale con imprenditori di Verona ... La Tanzania è la nuova frontiera dell'enologia africana grazie soprattutto a imprenditori veronesi. I vini di questa parte d'Africa, esposti al 40/o Vinitaly che chiude oggi l'edizione 2006, sono il frutto di una cooperazione internazionale che inizia nel 2002 grazie all' ingegnere scaligero Fiorenzo Chesini e alla Fondazione S. Zeno (patrono di Verona e conosciuto come il Vescovo Moro perché veniva dalla Mauritania), che ha investito in un progetto di valorizzazione, a favore dei produttori locali, del patrimonio viticolo esistente nella regione di Dodoma. Ciò ha permesso di realizzare una cantina all'avanguardia, con il supporto del know-how italiano. La Cetawico (Central Tanzania Wine Company), cooperativa con soci locali, è già in grado di sostenersi da sola. I vini (un rosso, un bianco e un rosé) sono praticamente privi di acidità acetica, grazie alle condizioni ottimali in cui le uve maturano, che permettono di effettuare sulle piante un solo trattamento di verderame e zolfo all'anno e due vendemmie annuali. I vigneti derivano da piante di Teroldego, Marzemino portati una ventina di anni fa da un sacerdote missionario trentino, e da piante di Aglianico e Shyraz che sono state moltiplicate localmente; per tutti i vigneti si tratta di impianti già esistenti da tempo. Per ora la produzione è pari a 100.000 bottiglie, destinate prevalentemente al mercato dell'Est Africa, dove è sviluppato il turismo occidentale. Ora la Cetawico, che conta 100 conferenti e dà lavoro sindacalizzato a 30 persone, vuole entrare nel mercato italiano, attraverso Cà dei Colli, un' azienda vitivinicola di tre produttori veronesi. L'obiettivo è di raddoppiare la produzione entro settembre e di arrivare a breve a 800.000 bottiglie.