Vino: bollicine ancora protagoniste in 2016, crescono rosati. Da WineNews indagine tra top produttori per trend anno nuovo ... Saranno ancora le bollicine italiane
le vere protagoniste del 2016, una passione, quella per i vini
frizzanti, che non si placherà, ma che anzi prenderà sempre più
piede, soprattutto nei nuovi mercati. Ma se le bollicine,
trainate dal boom del Prosecco, ma anche dalla crescita dei
metodo classico come Trentodoc e Franciacorta, l’anno appena
iniziato confermerà anche il trend di crescita dei vini rosati
di qualità, non più prodotti di recupero e di secondo piano, ma
sempre più veri e propri vini strutturati con una loro identità
ed autonomia (e già il 10% del commercio mondiale di vino). I
grandi rossi italiani, dal Brunello al Barolo, dal Chianti
Classico all’Amarone della Valpolicella, tra gli altri, vedranno
crescere ulteriormente il loro peso specifico, già importante,
soprattutto nel mercato estero, grazie alle ultime grandi
vendemmie, di molto sopra la media. Ma si cercherà sempre più
eleganza e meno potenza. E c’è anche chi si aspetta una
“riscoperta” e una crescita dei vini bianchi, più facili da bere
e più inclini ad un pubblico femminile, sempre più “wine
addicted” in tutto il pianeta. E continueranno a veder crescere
il loro spazio anche tutti i vini prodotti all’insegna del
“bio”, del “green” e della sostenibilità. Il mondo del vino,
però, porterà, nel 2016, anche una coscienza diversa, e sempre
più consapevole, sul valore dei vini di territorio e da vitigni
autoctoni. Ecco, in sintesi, le tendenze enoiche per il 2016,
secondo alcune realtà vitivinicole leader in Italia, sentite da
WineNews , da Antinori a Gruppo Italiano Vini (Giv), da Marchesi
de’ Frescobaldi a Cantine Ferrari, da Agricola Masi a Carpenè
Malvolti, da Castello Banfi ad Allegrini, da Caprai alla
Marchesi di Barolo, dalla Umani Ronchi alla Tenuta San Guido, a
Donnafugata. Sul fronte dei mercati del vino italiano, ancora,
arriveranno soprattutto conferme di quanto già visto nel 2015,
con gli Usa grandi protagonisti, insieme al Nord Europa. Tra le
novità, ci sarà un’apertura ulteriore dei mercati dei Paesi
balcanici, mentre l’Asia, Cina in primis, sarà ancora una volta
un’incognita. Più o meno come la Russia, Paesi in cui, più delle
dinamiche legate al vino tout court, conteranno le evoluzioni
politiche e dell’economia in generale. Ma qualche segnale di
crescita, seppur contenuta, ci si aspetta anche dal mercato
italiano.
Quello che però cambierà, a detta di molti, però, sarà il modo
di affrontare i mercati nuovi per i produttori vitivinicoli
italiani: c’è voglia di compattezza e di fare sistema, di un
rinnovato spirito di squadra per arrivare più forti e
competitivi nei quattro angoli del mondo.
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