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Anteprime 2017: è il turno del bianco toscano per eccellenza, la Vernaccia di San Gimignano. Annata 2016 e Riserva 2015 entrambe da invecchiamento, con il Consorzio che investe sulla “cultura” della Vernaccia. I migliori assaggi di WineNews

Dalle antiche ascendenze storiche e letterarie (citato da scrittori e poeti fin dal Medioevo e nel Rinascimento, da Dante e Boccaccio, da Michelangelo a Lorenzo il Magnifico), la Vernaccia di San Gimignano è senz’altro il bianco per eccellenza della Toscana.
L’annata 2016, protagonista dell’Anteprime 2017, non è stata una vendemmia qualunque per la Vernaccia di San Gimignano, è stata quella dell’anno del Cinquantenario della denominazione, la cinquantunesima annata di Vernaccia di San Gimignano a denominazione per questo vino che conta più di 850 anni di storia; ed è stata una vendemmia all’altezza dell’occasione, con qualche pioggia che ha abbassato le temperature estive e giovato alle uve ancora in vigna.
Grazie all’andamento stagionale asciutto e ventilato, le uve presentavano un ottimo stato sanitario, con gradazioni alcoliche importanti, un corredo acidico molto interessante, che ha lasciato subito intravedere vini di buona struttura e potenzialmente vocati all’invecchiamento, caratteristiche confermate all’assaggio, nonostante i vini non si presentino ancora perfettamente finiti e, quindi, necessitino di un ulteriore periodo di affinamento.

Per la Vernaccia di San Gimignano Riserva 2015, i vini sono il frutto di un’annata bella e regolare, caratterizzati da ottimi profumi al giusto livello di evoluzione e da acidità equilibrate; sono vini godibili già adesso, ma con una potenzialità evolutiva che li renderà piacevoli ancora per diversi anni.
La quantità di Vernaccia di San Gimignano prodotta nel 2016 è di 42.591 ettolitri da 719 ettari rivendicati, leggermente superiore al 2015, quando furono prodotti 41.056 ettolitri. Nel 2016 sono state prodotte 5.343.942 bottiglie di Vernaccia di San Gimignano delle annate 2015 e precedenti, in linea con la media di produzione degli ultimi anni, pari ad un giro di affari di 16 milioni di euro, il 40% del valore totale del settore vinicolo a San Gimignano, che è di 39.700.000 euro. Nel 2016 è restata pressoché invariata anche la percentuale di Vernaccia di San Gimignano destinata all’export, pari al 52%, di cui il 27,5% al mercato europeo, il 18,9% al mercato americano, il 4,7% a quello asiatico. In Europa il maggiore mercato si conferma quello tedesco, che da solo assorbe il 9,8% dell’esportazione, seguito da Svizzera (3,8%), Inghilterra (2,7%) e Olanda (2,6%); ma il migliore mercato in assoluta resta quello statunitense, a cui è destinato il 16,3% della produzione, pari a 898.372 bottiglie.
Anche i progetti consortili non mancano: “la Vernaccia è uno di quei vini bianchi che per natura si definiscono sotterranei - spiega Letizia Cesani, presidente del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano - è un vino che vive di dissonanze, di ruvidezze. Per questo è necessaria per la nostra denominazione la divulgazione, la didattica, lo studio, la possibilità di degustare al meglio i nostri vini. Ecco, prestissimo tutto questo lo realizzeremo nella Rocca di San Gimignano, con una sorta di Vernaccia Academy, dove i turisti possono vivere una bella e completa wine experience: il luogo da dove diffondere la cultura della Vernaccia, fatta non solo di analisi organolettiche, ma vere e proprie esperienze per i sensi. L’unico modo per conoscere il mondo della Vernaccia, dei produttori, della città, perché l’unico modo per amare un vino è la conoscenza, l’approfondimento e lo studio”.

Nella top ten degli assaggi di WineNews
 si distinguono fra le Vernaccia 2016 quella della Tenuta Le Calcinaie, di bella freschezza aromatica e dal ritmo gustativo verticale e sapido e, sul medesimo registro stilistico, la Vernaccia 2016 de La Lastra, dagli aromi puliti e dal gusto incisivo. Molto buona anche la Vernaccia “Hydra” 2016 de Il Palagione, che trova nel ricco bagaglio aromatico il suo punto di forza. Fresca e ben ritmata la Vernaccia 2016 di Fontaleoni e di grande vivacità sia aromatica che gustativa la Vernaccia “I Macchioni” 2016 di Casa alle Vacche. Succosa e piena la Vernaccia “Vigna Santa Margherita” 2015 di Panizzi e, al suo esordio la Vernaccia “Clamys” 2015 di Cesani, un bianco roccioso e vitale, che è davvero una bella sorpresa.
Ma la Vernaccia di San Gimignano ha una vocazione all’invecchiamento che sempre di più le aziende cercano di mettere in evidenza. Ecco allora, alla loro prima uscita, la Vernaccia “L’Albereta” Riserva 2014 de Il Colombaio di SantaChiara, interprete di un’annata difficile inappuntabile, che offre un vino caratteriale e autorevole, la Vernaccia “Carato” 2011 di Montenidoli, un vino affilato e dall’elegante tocco boisé di bella eleganza e la Vernaccia “Isabella” Riserva 2008 di San Quirico, un vino per certi aspetti sorprendente per rigore e vitalità.

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