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Antinori e Frescobaldi nel testamento-manifesto del patron Esselunga, Caprotti. “Avevo 26 anni ed ho cominciato a sentirmi un imprenditore, come quelli che amo perché amano quello che fanno ... I Piero Antinori, i Frescobaldi, famiglie antiche ...”

Ci sono anche due protagonisti della storia enoica del Belpaese, nel testamento-manifesto del patron di Esselunga, Bernardo Caprotti, non come beneficiari, ma come esempi da seguire. “Ho lavorato duramente ... Avevo 26 anni ed ho cominciato a sentirmi un imprenditore, come quelli che amo perché amano quello che fanno ... I Piero Antinori, i Frescobaldi, famiglie antiche ...”. Una vera e propria investitura, accolta con stupore ed imbarazzo dai diretti interessati. “Non me lo aspettavo proprio anche se conoscevo Bernardino Caprotti da tanto tempo, ci siamo visti molte volte e le nostre famiglie si conoscevano da prima che lui entrasse nel campo dei supermercati - dice al quotidiano “Corriere Fiorentino” Vittorio Frescobaldi - lo ringrazio per quello che ha scritto anche se ci sono molte altre famiglie come noi, che hanno costruito qualcosa di successo, si sono date da fare. Aveva un carattere spigoloso - aggiunge il marchese Frescobaldi - ma era una bravissima persona, instancabile, con grandi passione e capacità. Mi ricordo che agli inizi degli anni ’60 mi disse “hai visto? Mi sono convertito a fare il droghiere” e lo ha fatto davvero bene. Anche io, come tutti i fiorentini, andai in via Milanesi nel 1961, a vedere il suo primo supermarket appena aperto a Firenze e presto mise sugli scaffali i nostri vini, pur stando attento al prezzo. Bernardino - conclude Frescobaldi - ha avuto enormi difficoltà ad aprire dove le cooperative, che in Toscana sono molto brave ed efficienti, comandavano dal punto di vista politico e cercavano di evitare “l’intrusione” di Esselunga, per molti il suo arrivo fu traumatico”.

Per Piero Antinori, un po’ imbarazzato per la citazione, “è una bella responsabilità, anche perché la nostra era una conoscenza da imprenditori, non da amici, e questa frase mi ha fatto davvero molto felice, è arrivata assolutamente inaspettata. Lui è stato il primo - ricorda Antinori - che nella grande distribuzione ha valorizzato i vini italiani, attento alla qualità, come per gli altri prodotti. Ci siamo incontrati alcune volte col dottor Caprotti, mi ha portato a mangiare in mensa nella sede di Pioltello e ci siamo trovati subito sulla stessa lunghezza d’onda imprenditoriale: lui ha capito che avevamo lo stesso suo amore e passione per l’azienda e i suoi prodotti. Andava in incognito a vedere i suoi supermercati studiando ogni dettaglio, toccando il pane, annusando il pesce, diceva che per far bene - conclude Piero Antinori - devi amare i tuoi prodotti, e questo suo amore sviscerato è stata una delle chiavi del suo successo. Ora spero che la continuità aziendale prevalga e che continui lo straordinario successo e lo sviluppo di Esselunga”.

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