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Apre a Shanghai “Taste Italy! Wine Academy”, la prima wine school italiana interamente dedicata ai winelovers cinesi, targata Business Strategies. La scuola, patrocinata Ismea, avrà sede nel quartiere di Xintiandi. L’annuncio oggi al “Wine Summit”

Italia
Robinson e Ballotta nel Chinese Wine Summit a Shanghai, dove aprirà “Taste Italy! Wine Academy”, la prima wine school italiana interamente dedicata agli enoappassionati cinesi, targata Business Strategies

“L’attenzione dei consumatori cinesi si è spostata dai super alcolici a prodotti più leggeri come il vino. Oggi siamo di fronte a una nuova generazione di consumatori, giovani, sempre più sicuri di sé e selettivi nella scelta dei vini; il nostro compito è quello di fornire loro gli strumenti per fare queste scelte con consapevolezza e maturità”. A dirlo è la Master of Wine Jancis Robinson nel Chinese Wine Summit di Shanghai, evento dove è stata annunciata anche l’apertura della “Taste Italy! Wine Academy”, la prima wine school italiana interamente dedicata agli enoappassionati cinesi, targata Business Strategies.
“Dagli Stati Uniti ai mercati emergenti, i processi di internazionalizzazione del vino italiano - ha spiegato Silvana Ballotta, ceo Business Strategies, nell’evento riservato agli operatori del vino cinese - sono passati e continuano a passare attraverso l’educazione del consumatore. Occorre proporre un sistema di long life education per il consumatore finale. Non dobbiamo dimenticare che, per radicare la cultura del vino ed in particolare di quello italiano, bisogna agganciare le persone comuni con informazioni semplici ed efficaci, lasciando i tecnicismi agli addetti ai lavori”.
La scuola, patrocinata Ismea, avrà sede nel quartiere di Xintiandi della città più popolosa del mondo, nota per la sua impostazione occidentale e per l’apertura al vino europeo, e offrirà corsi dedicati a “Wine Lovers” (I e II livello), a cui seguiranno anche i corsi “Wine Professionals” (I e II livello). L’approccio al vino, dalla cultura del prodotto alla degustazione, sarà quindi mediato da una costante attenzione ed “educazione all’italianità”, a partire proprio da una presentazione complessiva delle eccellenze del Belpaese.
“In Cina c’è voglia di vino italiano - ha aggiunto l’ad della società fiorentina specializzata sui percorsi di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese -, lo dimostrano anche i numeri delle iscrizioni all’Accademia, sold out fino a settembre. Per intercettare questo interesse ci vuole una strategia capillare, dalla promozione, alla sperimentazione di modalità di integrazione del vino italiano con la gastronomia cinese e alla conoscenza del mercato cinese. A coloro che frequenteranno la scuola - spiega Ballotta - offriremo un quadro su cosa sia l’Italia delle eccellenze, dalla moda al design fino al vino, per poi entrare nello specifico sulla cultura di prodotto, spiegando come e dove nasce il vino, insegnando a degustare correttamente e offrendo strumenti utili per approfondire autonomamente la conoscenza. Negli Stati Uniti ci sono voluti anni per dare al consumatore le informazioni corrette, ma alla fine l’Italia si è imposta. Ora è il momento di partire in Cina, gettando un primo sasso nell’acqua per poi ottenere un allargamento graduale dei cerchi concentrici. L’ulteriore passaggio - conclude Ballotta - sarà portare i cinesi in Italia, per far provare loro il lifestyle italiano a partire dall’enoturismo”.

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