Chissà se saranno una meteora, o se diventeranno davvero un asset di investimento alternativo legato al mondo del vino. Fatto sta che gli Nft, i “non fungible tokens”, che imperversano nel mondo dell’arte digitale ma non solo, in questi mesi sono sempre più presenti nella scena enoica. E così, se già sono nate nel recente passato iniziative legate puramente al mondo digitale come le bottiglie in “pixel art” collezionabili lanciate dalla società canadese “BitWine”, o “Nft” di opere d’arte digitale ispirate al vino come quelle lanciate dall’azienda di Valdobbiadene 900wine, e la celeberrima cantina australiana Penfold’s ha lanciato, in novembre, una complessa operazione di investimento e collezionismo digitale legata ad una botte (da 130.000 dollari) del vino Penfolds “Magill Cellar 3” 2021, per fare degli esempi, ora arriva anche il primo “Nft” espressamente legato ad un vino italiano. Iniziativa dell’Italian Wine Crypto Bank, legata al Barolo Serra dei Turchi 2017 di Gianni Gagliardo, che sarà disponibile dal prossimo 21 dicembre.
“L’Nft rappresenterà l’etichetta del vino - spiega la Italian Wine Crypto Bank - interpretata da artisti digitali che la firmeranno insieme a Gianni e Stefano Gagliardo. La realizzazione artistica del Nft sarà coordinata da Paolo Della Corte, noto fotografo d’arte, già collaboratore del Gambero Rosso, e docente di fotografia digitale all’accademia di Belle Arti di Venezia. Gli Nft in vendita saranno solo 20 a 0.4 Ethereum (una delle più diffuse valute digitali del mondo) ed ognuno conterrà una chiave per riscattare una Magnum del Serra dei Turchi 2017 che è stato fatto in soli 136 esemplari. Ogni Magnum riscattabile con la chiave contenuta nel Nft avrà una autenticazione unica, un tag Nfc che una volta scannerizzato porta gli utilizzatori alla registrazione della transazione corrispondente al Nft acquistato, creando così una immutabile prova di autenticità che sarà sempre viva nella blockchain”.
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