L’ultima in ordine di tempo è la campagna di sensibilizzazione contro il cancro con il vino rosso protagonista realizzata in Australia, a dimostrazione che il dibattito alcol e salute è sempre acceso ed aperto. Tanto che, sia il colosso del beverage Diageo che quello delle birre Asahi, come riporta anche il magazine specializzato britannico “The Drinks Business”, hanno recentemente sollevato voci di protesta verso l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), lamentando la sua “posizione assolutista” contro il consumo di alcol, “non supportata da dati scientifici” e con politiche che appaiono simili a quelle che furono per il tabacco, eliminando, inoltre, qualsiasi distinzione tra consumo moderato e abuso. In Italia, l’ultima a scendere in campo è AssoDistil, la principale associazione dei distillatori che rappresenta oltre il 95% della produzione: “l’equiparazione che l’Oms sta portando avanti tra bevande alcoliche e prodotti del tabacco non è accettabile - sostiene Cesare Mazzetti, presidente Comitato nazionale acquaviti e liquori di AssoDistil - e l’attacco indiscriminato all’alcol, dichiarando che non esiste una quantità sicura (il riferimento è a una dichiarazione dell’Oms del gennaio 2023, ndr) non si basa su un’assoluta evidenza scientifica. Ogni produttore di spirits e di vino porta avanti da anni l’autentica cultura del bere responsabile e non è con logiche dirigiste che si contrastano gli abusi, anzi, si rischia di favorirli. Questo è non solo un attacco devastante a un intero sistema economico, ma ad una cultura ricca di secoli di esperienza e alla libertà di agire del singolo individuo”.
E ancora: “in Italia la produzione e il consumo di bevande spiritose hanno una storia secolare e che affonda le proprie radici in usanze e tradizioni locali, e da sempre si caratterizza per un consumo moderato, senza ricerca di abusi - conclude Mazzetti - l’usanza del consumo di un bicchierino di liquore, di amaro o di distillato nelle occasioni di incontro o nel dopo cena è diffusa in tutto il territorio, e il fatto che l’Italia sia il secondo Paese al mondo per la longevità della popolazione sembra fortemente contraddire chi spara a zero sull’alcol”.
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