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ASSODISTIL: NEL 2008 IN ITALIA PRODUZIONE DI ALCOL IN FORTE CALO (-32,3%). SEGNALI POSITIVI ARRIVANO PERÓ DALL’EXPORT: +11,4%. NO DELL’ASSOCIAZIONE ALLA GRAPPA FAI-DA-TE

La produzione di alcol in Italia tra il 2007 ed il 2008 ha segnato una flessione del 32,3%: da 1.175.000 ettanidri si è passati a 795.000. Lo comunica l’Assodistil (Associazione degli Industriali Distillatori di Alcoli e Acquaviti), riunita in convegno in questi giorni a Roma.

Secondo il presidente, Antonio Emaldi, particolarmente pesante (-70%) è stato il calo dell’alcol da vino; diminuisce anche la produzione delle acquaviti (-44,9%), in particolare della grappa, che nel 2008 ha visto un calo di produzione del 2,63%, pari a 500.000 litri in meno.

Qualche segnale incoraggiante, ha sottolineato però Emaldi, arriva dall’export: nel 2008 grappe ed acquaviti hanno avuto un incremento dell’11,4%. Nel dettaglio si rilevano aumenti più importanti per i prodotti sfusi, sia per grappe che per brandy, mentre cedono i prodotti in bottiglia. Il mercato di esportazione principale resta la Germania, in aumento rispetto allo scorso anno, seguito da Svizzera ed Austria che, di contro, registrano riduzioni importanti nei volumi assorbiti.

Tornando alla produzione interna, con l’eccezione dell’alcol da frutta, tutti gli altri segmenti denunciano cali nei livelli di produzione: contenuti (-2,2%) nel caso dell’alcol da cereali e via via più marcati passando all’alcol da materie vinose (-14,5%), a quello del melasso (-57,4%), fino al -70% dell’alcol da vino.
Riconfermando una tendenza già avviatasi nel 2008 i volumi importati di alcol etilico (1.652.526 ettanidri) superano quelli prodotti in Italia. I principali mercati di approvvigionamento di alcol etilico non denaturato restano la Francia e l’Egitto.
Passando al comparto delle acquaviti, insieme alla grappa cala anche la produzione del brandy (-2,3%) e delle acquaviti d’uva (-30,2%) e di frutta (-6,5%).

Ma Assodistil è intervenuta anche sulla proposta di legge Montani-Divina all’esame della Commissione Agricoltura del Senato, che vorrebbe regolarizzare la produzione artigianale e senza scopo di lucro di grappe e acquaviti di frutta.
“Crediamo che questa non sia la strada giusta - ha affermato Antonio Emaldi - Se lo scopo del provvedimento è regolarizzare una realtà presente sul territorio che da sempre opera in maniera clandestina, la soluzione c’è già, è scritta nelle norme e non si capisce perché sia necessario farne delle altre. Soprattutto non si capisce perché non debbano essere pagate le imposte alla stregua di tutti i produttori di alcol che operano regolarmente”.

Il presidente di Assodistil ha citato alcuni studi secondo i quali il fenomeno della produzione clandestina di distillati è molto diffuso e si attesta intorno ai 10 milioni di bottiglie, corrispondenti a circa 33.000 ettanidri che, al valore di imposta attuale, corrispondono ad un gettito di circa 24-25 milioni di euro annui. “Il rischio serio - ha aggiunto - è che nelle maglie del sistema si alimentino comportamenti fraudolenti, a danno degli operatori onesti. E questo è inaccettabile”.

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