“Notizie come questa rattristano molto la categoria che rappresenta, senza dubbio, l’emblema per la tutela della qualità del vino italiano”: così Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, commenta l’inchiesta “Ghost Wine”, che ha scosso in questi giorni il mondo vitivinicolo pugliese, portando all’arresto di 11 persone e al sequestro di alcune aziende, ree, secondo gli inquirenti, di adulterare il vino con lo zucchero, e di commercializzare vino ottenuto a basso costo, proveniente anche dall’estero, e poi falsamente “spacciato” come prodotto italiano di qualità o addirittura biologico, Doc o Igt. “Da sempre Assoenologi - prosegue Cotarella - opera a fianco delle autorità di controllo che ogni giorno lavorano per mantenere alto il valore dell’immagine dei vini italiani nel mondo, organi dello Stato ai quali va il nostro plauso e ringraziamento. Ci auguriamo che venga fatta presto chiarezza su questa spiacevole vicenda e che ogni responsabilità venga definita in modo preciso. Da parte nostra, qualora dovessero essere accertate responsabilità in capo a colleghi enologi, non tarderemo ad assumere tutti i provvedimenti del caso atti a salvaguardare l’immagine della categoria, da sempre impegnata verso l’elevazione della qualità del vino italiano nel pieno rispetto delle regole di produzione. Il patrimonio storico culturale dei nostri vini Dop, Igp e biologici, va tutelato in modo fermo e deciso”.
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