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AVERE IDEE NUOVE O RECUPERARE QUELLE CHE FUNZIONAVANO IN PASSATO PER VINCERE IN AGRICOLTURA: ECCO GLI “OSCAR GREEN” DI COLDIRETTI. E NEL 2009 SONO NATE PIÙ IMPRESE AGRICOLE CHE NELL’INDUSTRIA

Innovare, o recuperare quello che in un passato, più o meno recente, funzionava alla grande. Ecco la ricetta delle aziende agricole premiate oggi a Roma con gli “Oscar Green” promossi da Coldiretti, con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblia, per premiare le aziende agricole più innovative del Belpaese. Aziende con le loro idee volano più alte della crisi: dell’azienda La Genuina di Ploaghe (Sassari - www.lagenuinaonline.it), categoria “Esportare il territorio”, che produce salumi halal (per i musulmani) e kosher (per gli ebrai), controllati e certificati da un Imam e da un Rabbino, all’azienda agricola Cornalba di Locate Triulzi (Milano - www.aziendaagricolacornalba.it), categoria “Stile e cultura d’impresa” che ha puntato invece sul “cow pooling”, l’acquisto in comune di più famiglie, di parti o di una mucca intera, o sulla vendita diretta del riso sfuso che i consumatori possono prendere da un distributore automatico. C’è chi, come Theo Broma di Sant’Anastasia (Napoli - www.theobromacioccolateria.it), categoria “Campagna amica” va sui cioccolatini preparati con albicocche, noci, ciliegie, uva, prugne e agrumi prodotti nelle sue campagne, oppure chi riscalda l’azienda con il cippato ricavato dagli scarti di potatura degli ulivi, come Masseria Salamina di Fasano (Brindisi - www.masseriasalamina.it), categoria “Energia per il futuro”. L’Oasi agrituristica Baugiano di Quarrata (Pistoia - www.baugiano.it), categoria “Sviluppo locale”, “fabbrica” giocattoli “contadini”, fionde, fucili a molla, burattini, ma ha anche un parco preistorico con una fattoria del neolitico, dove capire come lavorava l’uomo primitivo. C’è chi ottimizza la filiera, come la Agrigest Torre di Montecastrilli (Terni - www.agrigest-torre.it), categoria “Oltre la Filiera” che produce “Suino Umbria”, maiali certificati e allevati con mangimi coltivati in azienda con i residui organici degli stessi animali. Evviva il commercio alternativo, con le “Menzioni speciali Campagna Amica”: Carlo Finotello, orticoltore di Venezia, con “miglianautichezero”, consegna a domicilio la verdura del suo orto, in barca, lungo i canali della città; l’azienda “L’orto di nonno Nino”, con il “pik on your own”, dà la possibilità ai clienti di cogliere direttamente nei campi la verdura. E se questi sono gli “Oscar” dell’innovazione in agricoltura, secondo Coldiretti, c’è una vera e propria forza trainante che guarda alla terra con nuovi occhi. Ma da chi è formata questa agricoltura che sfida la crisi con l’innovazione?
Secondo l’indagine Swg/Coldiretti, il 43% di questi agricoltori ha avuto esperienze professionali in settori diversi, e più di 1 su 4 è laureati o frequenta l’Università. Il 57% dispone di un sito internet per fare conoscere le proprie attività.
Tante le donne che investono in esperienze agricole innovative: in fattorie sociali, agriasili, beauty farm, agrigelaterie, il 30% delle persone appartiene al “gentil sesso”. L’innovazione aiuta anche ha combattere le paure portate dalla crisi: l’80% delle imprese agricole giudica buona o eccellente la propria condizione competitiva, e nel 70% dei casi prevede una crescita del fatturato (che nel 43% dei casi è superiore ai 100.000 euro all’anno) nei prossimi tre anni.
Le ottime performance delle imprese più competitive nelle campagne sono garantite dagli investimenti nel marketing, che sono effettuati in otto imprese su dieci, e dalla diversificazione in attività diverse rispetto alla coltivazione e all’allevamento, come la trasformazione e la vendita dei prodotti, la didattica e le attività ricreative, che impegnano l’82% delle imprese. La differenziazione dell’immagine con un marchio aziendale riguarda 2 imprese agricole innovative su 3 mentre nel 62% dei casi vengono realizzati prodotti certificati. La terra è fertile, basta seminarci buone idee.

Focus - Nel 2009 sono nate più imprese in agricoltura, 10.269, che in industria, 9.014. L’identikit dei giovani agricoltori italiani. 1 genitore su 3 contento se il figlio si dà alla terra ...
Sarà che in tanti, da tempo, dicono che l’agricoltura è il settore che regge meglio alla crisi, (secondo l’Istat il settore ha fatto segnare il +0,1% nel valore aggiunto, contro il -6% dell’economia in generale), fatto sta che nel 2009 sono nate più imprese nel comparto agricolo, 10.269, che in quello dell’industria, 9.014. A dirlo la Coldiretti sui dati di Infocamere. E la tendenza che emerge è quella di un’agricoltura sempre più apprezzata dai giovani. In Italia, dalle elaborazioni di Coldiretti su dati Eurosta, sono quasi centomila gli “under 35” che hanno scelto di porsi alla guida di aziende agricole, che per di più hanno una superficie superiore del 54% sulla media nazionale (9,4 ettari contro di 6,1), un fatturato più elevato del 75% (18.720 euro sulla media nazionale di 10.680) e il 50% di occupati per azienda in più.
Inoltre - sottolinea Coldiretti - le giovani leve della campagna hanno una maggiore propensione al biologico (3,7% delle aziende sulla media del 2,1%), ma incontrano qualche difficoltà nell’acquisto del capitale terra, che solo nel 54% dei casi è di proprietà, contro il 74% della media nazionale. Nell’Unione Europea sono circa un milione mezzo gli imprenditori agricoli under 35, meno del 9% sul totale. L’età media del conduttore di azienda è di 54 anni, nonostante l’allargamento dell’Ue abbia “ringiovanito” il settore, con paesi come la Polonia dove sono giovani il 16,3% degli imprenditori agricoli, mentre in Italia (3,9%) e Portogallo (2,7%), c’è l’agricoltura “più vecchia” d’Europa.
Ma forse il vento sta cambiando anche nel Belpaese, visto che ora, 1 genitore su 3, è contento se il figlio diventa agricoltore, e non solo avvocato o dottore.

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