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A.Vi.To., l’Associazione Vini Toscana Dop e Igp, secondo l’Assessore all’Agricoltura Marco Remaschi: “uno strumento per crescere, che racconterà la Toscana del vino in modo unitario, anche in funzione, un domani, di un Vinitaly in salsa toscana”

Italia
L’Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi

5.100 imprese, 200 milioni di bottiglie prodotte, business da 1,1 miliardi di euro, con una quota export superiore al 70%: ecco, in numeri, A.Vi.To., l’Associazione Vini Toscana Dop e Igp, che mette insieme 16 consorzi del vino della Regione (Chianti, Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Morellino di Scansano, Nobile di Montepulciano, Bolgheri, San Gimignano, Maremma Toscana, Colli Senesi, Chianti Rufina, Montecucco, Cortona, Chianti Colli Fiorentini, Valdichiana Toscana, Orcia e Valdarno di Sopra), presentata oggi a Firenze.
“Uno strumento importante”, come l’ha definito a WineNews l’Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi, anche in funzione di “un Vinitaly in salsa toscana, che potrebbe essere una grande opportunità, ma per ora è solo un’idea, una provocazione, da valutare insieme alle aziende, gli attori principali di questa scommessa”.
Per farlo, però, c’è bisogno innanzitutto di cambiare prospettiva, “dobbiamo passare dall’idea di rappresentare i campanili toscani - spiega ancora Remaschi - all’idea di una rappresentazione della Toscana nel mondo, che rappresenta un elemento di crescita e di forza. Se riusciremo a fare questo saremo, sulla buona strada”.
A.Vi.To., quindi, è innanzitutto un’opportunità per crescere, e la Toscana del vino, del resto, “ha bisogno di crescere, ma per farlo dobbiamo stare insieme - dice l’Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi - e puntare su una progettualità comune: così facendo, e mettendo insieme tutti i Consorzi del vino, vera locomotiva dell’agroalimentare della Toscana, facciamo un passo importante. Specie perché dobbiamo accettare le sfide mondiali ce ci troviamo di fronte, e cogliere le possibilità che ci vengono offerte. Basta pensare a quante attenzione c’è oggi per il vino mondiale: nel 2015 l’export enoico toscano ha toccato il +22% sul 2014, su una crescita dell’Italia di poco superiore al 5%, il che vuol dire che le nostre produzioni suscitano un enorme interesse. Dobbiamo lavorare per la valorizzazione del prodotto, e se riusciamo a rappresentare, a livello mondiale, più Toscana e più impresa - conclude Remaschi - riusciamo anche a portare più valore aggiunto alle nostre produzioni, che si traduce in una crescita in termini non solo quantitativi, ma anche, appunto, di valore aggiunto”.

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