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Bardolino, Chiaretto e Lugana, insieme puntano a togliersi l’etichetta di vini da bere giovani. Dalle “Anteprime”, tante novità delle due denominazioni, che si affacciano sul Lago di Garda, da prima Riserva di Lugana a progetto “Bardolino Village”

Soffiano venti di novità sul Lago di Garda e non solo perché quest’anno alle Anteprime del Bardolino e del Chiaretto si aggiunge quella del Lugana, per la quale si tratta di un debutto assoluto, ma perché siamo all’anno zero di un nuovo stile per entrambe le denominazioni. Nuovi progetti che le vedono accomunate, non solo per contiguità geografica, ma per filosofia: intendono strapparsi dalla bottiglia, per così dire, l’etichetta di vini da bere soltanto giovani, insomma con la data di scadenza addosso. Piacevolissimi bevuti appena immessi sul mercato, magari anche in riva al Lago di Garda, questi vini hanno una vita più lunga in cui, peraltro danno “altro di sé”. Sono vini che evolvono bene.
Alle Anteprime, organizzate dai Consorzi di tutela del Bardolino e del Lugana a Lazise (Verona), ieri e oggi, ci sarà non solo il millesimo 2015, ma anche vini del 2014 che vendono imbottigliati nell’anno successivo alla vendemmia o che sono ancora oggi in vasca. Peraltro, verrà presentata la prima annata del Lugana Riserva, la 2011. La tendenza del Lugana a proporre vini “più maturi” è stata sancita anche fissando una data, il 15 gennaio, prima della quale questo bianco non potrà essere messo in commercio.
Anche il Chiaretto, grazie al nuovo corso del suo stile è andato nella direzione di una certa “durevolezza” ben oltre l’annata di produzione , che accontenta in particolare i consumatori esteri che lo bevono dal secondo anno dalla vendemmia. Non fa eccezione il Bardolino che ha tra gli obiettivi dichiarati nel nuovo progetto, per ora denominato “Bardolino Village”, ha il raggiungimento di una longevità che esalti alcune caratteristiche del terroir.
Le denominazioni di origine del Lugana e del Bardolino, e la sua tipologia rosé del Chiaretto, si estendono su 4.500 ettari di vigneto specializzato, di cui 3.000 per il Bardolino e 1.500 per il Lugana e valgono complessivamente 42 milioni di bottiglie e un fatturato di 125 milioni di euro.
Particolarmente interessanti sono le performance del Chiaretto, cresciuto in sei anni da 4,5 a 10 milioni di bottiglie vendute su un totale di 28 milioni. “Il nostro obiettivo - spiega Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio di Tutela del Bardolino - è quello di invertire le proporzioni tra il Bardolino e il Chiaretto, portando quest’ultimo dal 33% al 66%. Ci aspettiamo per l’annata 2015 un ulteriore spostamento di un paio di milioni di bottiglie dal rosso al rosé, ma lo potremo verificare con sicurezza solo a imbottigliamenti avvenuti, visto che per la legge rosso e rosé appartengono alla stessa categoria”.
La “rivoluzione rosa” del Bardolino Chiaretto è partita dalla vendemmia 2014, quando il Consorzio condividendo fortemente il progetto con i produttori, ha trasformato le anomalie dell’annata nell’opportunità di cambiarne lo stile, così come si discuteva da tempo.
“Abbiamo studiato e adottato - continua Cristoforetti - un protocollo di vinificazione per ottenere colori molto chiari e profumi più orientati agli agrumi. Un percorso che ci ha portati a un’identità precisa e più nordica del Chiaretto, risultata ben accetta sia sui nostri mercati tradizionali che su alcuni su cui non eravamo mai riusciti ad entrare come Stati Uniti, Scandinavia e Canada. E anche con soddisfazione di prezzo”.
“Sistemato” il rosé, il Consorzio ha subito ragionato sul rosso. “Il progetto dedicato al Bardolino - racconta Cristoforetti - punta a valorizzare le distinzioni territoriali, già ben definite a fine Ottocento ed evidenti anche nella zonazione. Siamo partiti con un gruppo di lavoro composto da una quindicina di produttori che ha messo a punto delle linee guida che il Consorzio e tutta la filiera hanno approvato. Puntiamo a un Bardolino capace di raccontare le tre macro aree storiche del nostro territorio, giocato non sulla potenza, ma sull’eleganza, che si esprima sulla media distanza dei cinque anni e comunque di grande bevibilità”.
Il Lugana gode di ottima salute. Negli ultimi anni ha registrato un aumento in valore del 35%, posizionandosi su quotazioni medie tra le più alte in Italia per i bianchi, quasi raddoppiando la produzione da 8 a 15 milioni di bottiglie negli ultimi 6 anni.
“La denominazione - Luca Formentini, presidente del Consorzio di Tutela del Lugana - sta crescendo vertiginosamente da sei anni. Il prezzo pagato per le uve alla vendemmia 2015 , molto elevato, è stato di 170-190 euro al quintale e per il vino all’ingrosso di 4 euro al litro. Individuiamo le ragioni di questo successo, sia in Italia che all’estero, nella sua forte identità territoriale, basata sul nostro vitigno autoctono, la Turbiana (fino al 2011 Trebbiano di Lugana) e sulle argille che caratterizzano i nostri terreni. Il numero degli operatori privati che chiudono la filiera aumenta, le aziende che imbottigliano in zona sono 54 e hanno un notevole orientamento al mercato”.
In queste anteprime non si danno valutazioni o stelle alle annate presentate, tuttavia si può dire che tutti e tre i vini 2015 sono stati “segnati” da un’annata caldissima e sono caratterizzati da una maturità piena delle uve, grandi consistenze. La sfida è stata quella di conservare la freschezza, tuttavia sono vini in divenire che, visto il nuovo corso delle Anteprime che proporranno in degustazione più annate, si avrà degustare nuovamente.
Clementina Palese

Focus - Lugana, Bardolino e Chiaretto: gli assaggi di Winenews
Lugana
Cà Lojera - Lugana 2015. Giallo brillante attraversato da riflessi più caldi, al naso presenta sentori di frutta matura, in bocca è compatto e particolarmente croccante nel frutto.
Ancilla Lugana - Lugana Ella 2015 - Giallo paglierino brillante dai riflessi verdolini, è particolare al naso con accenni minerali; bell’ingresso in bocca, rotondo e salino.
Pasini San Giovanni - Lugana Il Lugana 2015. Giallo paglierino pallido, il naso è straordinariamente complesso e la ricchezza si conferma in bocca dove emerge una nota salina intrigante.
Citari - Lugana Conchiglia 2015. Giallo paglierino brillante, al naso è verticale e intrigante; in bocca è pieno e colpisce la sua complessità non rivelata al naso.
Chiaretto
Giovanna Tantini - Bardolino Chiaretto 2015 - Rosa scarico di colore, sposa il naso delicato e armonico a una bocca caratterizzata da note agrumate tra il pompelmo rosa e in kumquat.
Vigne di San Pietro Bardolino Chiaretto 2015 - Colore rosa attraversato da un lampo dorato, nel naso, ampio e vivace, si fondono note agrumate e di fiori; ricco in bocca, ha un’eleganza sobria e opulenta al tempo stesso.
Vigneti Villabella - Bardolino Chiaretto Classico 2015. Il colore è particolarmente tenue, le tracce agrumate di mandarino e kumquat si rilevano sia al naso sia in bocca dove si aggiunge una vena floreale.
Guerrieri Rizzardi - Bardolino Chiaretto Classico 2015. Di colore rosa tenue, al naso affianca alle note agrumate sentori di frutti rossi, in bocca c’è polpa e sufficiente acidità.
Bardolino
Le Fraghe 2015 - Bardolino 2015. Colore rosso rubino fitto, il naso attacca con un mix equilibrato di frutti rossi e pepe, in bocca ha un corpo importante, grande complessità e ricchezza con bei ritorni ripetuti e un tannino ancora da smussare.
Le Ginestre - Bardolino 2015. Colore rosso rubino brillante, al naso si presenta con attacco pepato che si declina nel finale sui frutti piccoli rossi; in bocca entra con un tannino un poco ruvido e manifesta tutto il suo carattere con un finale sapido.
Villa Calicantus - Bardolino Classico 2015. L’approccio visivo non particolarmente carico nel colore viene quasi immediatamente smentito da una presenza tannica da non sottovalutare che si integra con le note terrose e fruttate.
Albino Piona - Bardolino 2015. Colore rosso rubino scarico (pinoteggia), di naso molto elegante con tracce floreali e accenno di zafferano, in bocca presenta una freschezza notevole integrata in un corpo snello. Vino con un notevole potenziale di longevità.
Clementina Palese

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