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Barolo Riserva 2010 di buona acidità, Barbaresco Riserva 2011 figli di un’annata complessa, dove ha fatto la differenza la mano del produttore per trovare un equilibrio non semplice: gli ultimi assaggi Winenews da “Nebbiolo Prima” by Albeisa

Dopo Barolo 2012 e Barbaresco 2013, a “Nebbiolo Prima”, nella rassegna promossa dall’associazione Albeisa, e dedicata al Nebbiolo “principe del Piemonte” in tutte le sue più importanti declinazioni, ad Alba nei calici è stata la volta delle “Riserve”, annata 2010 per il Barolo, vendemmia 2011 per il Barbaresco.
Partendo dal Barolo Riserva, qualche nota sulla vendemmia 2010. Un’annata che rientra tra le classiche, pur essendo stata singolare dal punto di vista climatico. Un inverno molto rigido e prolungato - almeno fino a marzo - ha portato abbondanti nevicate che hanno garantito buone riserve idriche, tornate utili ad aprile e maggio, mesi caratterizzati da temperature elevate. A un’estate piuttosto piovosa ha fatto seguito un bel settembre che ha permesso una maturazione progressiva sia degli zuccheri che dell’acidità. È stata soprattutto la componente fenolica a beneficiare della condizione climatica
.
Venendo alle riserve, questi sono i Barolo che ci hanno convinto di più: Giovanni Viberti Barolo Docg 2010 Riserva San Pietro, Fratelli Monchiero Barolo Docg 2010 Riserva Montanello, Fratelli Barale Barolo Docg 2010 Riserva Bussia, Ettore Germano Barolo Docg 2010 Riserva Lazzarito, Palladino Barolo Docg 2010 Riserva San Bernardo.
Passando alle riserve di Barbaresco 2011, c’è da dire che questa vendemmia sarà ricordata per essere un po’ fuori dagli schemi. L’inverno non ha dato grandi sorprese, con piogge abbondanti arrivate solo nel mese di marzo. Aprile è stato un mese piuttosto caldo che ha causato uno sviluppo vegetativo anticipato. Situazione riassestatasi tra giugno e luglio con temperature non particolarmente alte. Sono mancate importanti escursioni termiche e ad agosto è arrivato il caldo importante. In questo contesto climatico, la quantità del prodotto è stata penalizzata e la maturazione delle uve si è rivelata abbastanza disomogenea. Molto ha fatto la mano del viticoltore nell’individuare il giusto momento di vendemmia in relazione a ciascun vigneto. Nel complesso siamo di fronte a un’annata dove l’equilibrio tra le varie componenti non sempre ha trovato un bilanciamento ottimale.
Questi i nostri assaggi top: Cantina del Pino Barbaressco Riserva Docg 2011 Ovello, Castello di Neive Barbaresco Riserva Docg 2011 Albesani Santo Stefano, Cascina Bruciata Barbaresco Riserva Docg 2011 Rio Sordo, Orlando Abrigo Barbaresco Docg Riserva 2011 Rongalio, Rizzi Barbaresco Docg 2011 Riserva Boito.

Focus - Gli assaggi migliori di Barolo 2010 Riserva da “Nebbiolo Prima”
Giovanni Viberti Barolo Docg 2010 Riserva San Pietro
Colore fitto di un rubino intenso. Naso non potente che gioca su note tradizionali di tabacco e liquirizia. Più complesso in bocca con frutta sotto spirito; bocca di grande struttura con tannini appena ruvidi, ma lunghezza indiscutibile.

Fratelli Monchiero Barolo Docg 2010 Riserva Montanello
La veste è rubino-granato; il naso sa di fragola e scorza di arancia. In seconda battuta arriva la viola e la liquirizia. Beva di corpo che si distingue per la delicatezza e lo sviluppo tannico armonico.

Fratelli Barale Barolo Docg 2010 Riserva Bussia
Fresco da subito con lampone e fragola, poi anche tabacco dolce e anice. Un naso elegante e sottile nei sentori. Bocca sfaccettata e dalla struttura solida senza essere pesante. Lungo sul finale.

Ettore Germano Barolo Docg 2010 Riserva Lazzarito
Colore pieno e brillante, con il giusto tono di granato dato dalla Riserva. Intenso e raffinato nell’espressione fruttata e floreale. Poi sentori più complessi e terragni, ma sempre con una spalla verticale. La bocca è ampia e resa tesa dalla bella trama tannica.

Palladino Barolo Docg 2010 Riserva San Bernardo
Il classico gioco cromatico tra rubino e granato anche qui. Fragola, lampone e arancia sanguinella subito, viola e liquirizia a seguire. Una beva armonica, tutta giocata su un equilibrio da manuale tra acidità e morbidezze. Tannini fitti e finale persistente e croccante.

Focus - Gli assaggi migliori di Barbaresco 2011 Riserva da “Nebbiolo Prima”
Cantina del Pino Barbaressco Riserva Docg 2011 Ovello
Rubino granato intenso, dal naso non espansivo che mette in evidenza da subito sentori di china e liquirizia. Subentrano poi note più vivaci di frutta rossa per chiudere sulla viola. La bocca è fitta e profonda, dall’acidità ben bilanciata. Finale lungo e succoso.

Castello di Neive Barbaresco Riserva Docg 2011 Albesani Santo Stefano
Una forte unghia granata lascerebbe presagire un vino un po’ stanco, che, al contrario, vien fuori con tutta la sua freschezza al naso. Si annuncia con note di tabacco e lampone, ma anche goudron e viola. La bocca sa essere straordinaria per forza e carattere e per i tannini fitti. Finale che prosegue a lungo insieme a una polpa croccante.

Cascina Bruciata, Barbaresco Riserva Docg 2011 Rio Sordo
Qui c’è un vino più cupo e “autunnale” dai sentori di china e tabacco, cacao amaro e funghi. Più penalizzato il frutto che ha lasciato il passo a note più di sottobosco. La struttura è complessa e austera. I tannini non sono ancora calibrati, ma non asciugano. Severo ma persistente

Orlando Abrigo Barbaresco Docg Riserva 2011 Rongalio
Colpisce la luce nel bicchiere: pur in presenza di un’unghia granata, il calice brilla. Il frutto c’è ed è vivace, più nero che rosso, ammorbidito da una bella speziatura. In bocca torna la frutta viva che si mostra subito ricca senza essere greve. Il tannino bilanciato dona alla beva una valida spalla.

Rizzi Barbaresco Docg 2011 Riserva Boito
Colpisce subito il colore, di un rubino luccicante. Al naso spiccano aromi di ciliegia e fragola, poi anche cannella e vaniglia, affatto invadenti. Bocca voluminosa e bilanciata da bella acidità. Finale lungo, appena un po’ alcolico

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