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BEATRICE “SI MANGIA” LE MELE DEL TRENTINO: LA PERTURBAZIONE PASSATA ALL’INIZIO DELLA RACCOLTA, CON TEMPORALI E GRANDINE HA DISTRUTTO BUONA PARTE DELLA PRODUZIONE ANNUALE. SENZA ALLEVIARE LA SICCITÀ. LO SEGNALA COLDIRETTI

Beatrice “si è mangiata” buona parte delle mele del Trentino: la perturbazione, che ha portato maltempo e forti grandinate sul territorio, “ha distrutto in pochi minuti il lavoro di un intero anno”. E’ la Coldiretti a fare il bilancio del danni provocati dall’arrivo di Beatrice, con nubifragi e violente tempeste di vento, acqua e grandine nelle campagne colpite dalla più grave siccità da quasi dieci anni ,che ha provocato perdite per oltre un miliardo di euro in tutta Italia, e la richiesta della dichiarazione di stato di calamita nei territori di molte Regioni. “La grandine con chicchi grossi come nocciole è caduta in Trentino - sottolinea la Coldiretti - all’inizio della fase di raccolta delle mele con epicentro le campagne di Levico e Caldonazzo. Il passaggio di Beatrice ha dunque provocato danni a macchia di leopardo nelle campagne senza peraltro portare alcun sollievo dalla siccità. Se le precipitazioni sono intense i terreni secchi non riescono ad assorbire l'acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento con il pericolo di frane e smottamenti mentre la grandine provoca danni irreparabili alle colture in campo. A causa della lunga assenza di precipitazioni e per il caldo torrido la disponibilità idrica per usi civili e agricoli e limitata con il livello dei grandi laghi del nord come il Maggiore e il Garda che si trova ben al di sotto della media mentre quello di Como e ormai prossimo al minimo storico del periodo. Una situazione di difficoltà che - conclude la Coldiretti - si estende a fiumi e laghi su tutto il territorio che ha già fatto scattare in alcuni casi razionamenti e divieti”.

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