In Europa c’è un tema che sta facendo molto discutere ed è la revisione del Beca (Beating Cancer Plan) a cui il mondo del beverage guarda con attenzione in un momento storico complicato per il settore. Nello Staff Working Document che la Commissione Ue ha firmato il 4 febbraio si parla di strategie per ridurre tanti fattori di rischio, tra cui “il consumo dannoso di alcol” (ma anche, per dovere di cronaca, il fumo, l’obesità, la mancanza di attività fisica, l’esposizione a sostanze inquinanti ed a radiazioni, e così via, ndr). Le proposte che riguardano il consumo di alcol con tanto di aumento delle tasse, limitazioni alla comunicazione e alla promozione, hanno acceso un campanello di allarme nel settore. Critiche al documento sono già arrivate da Unione Italiana Vini (Uiv), Coldiretti e Filiera Italia, Cia - Agricoltori Italiani e Città del Vino, e, all’elenco, si aggiunge anche Confagricoltura.
Il presidente della Fnp Vino di Confagricoltura, Christian Marchesini, ha spiegato che “i contenuti del recente documento della Commissione Ue per la modifica del piano del 2021, il Beating Cancer (Beca), sono addirittura peggiorativi rispetto al Piano di tre anni fa, già bocciato dall’Europarlamento. Per il settore vitivinicolo, già alle prese con un periodo difficile per la minaccia dei dazi, il calo dei consumi e le forti incertezze sul futuro, un inasprimento delle misure è inaccettabile in questi termini”.
Marchesini ha chiarito che “non ci opponiamo ai principi ispiratori del Beca, ma il vino è innanzitutto cultura, derivante da pratiche agricole che arricchiscono i territori, elemento fortemente legato al concetto di Dieta Mediterranea Patrimonio dell’Umanità, e pertanto non può essere paragonato a una semplice bevanda alcolica”.
Confagricoltura dice che “la Commissione Europea sta invece preparando nuove misure che riguardano l’accessibilità dei prodotti (ad esempio prezzi, tassazione e acquisti transfrontalieri), l’informazione ai consumatori e la regolamentazione della pubblicità degli alcolici” e si appella “agli europarlamentari italiani per riportare ad un livello scientifico e pragmatico le discussioni su un documento che va contro un settore vitale per l’economia italiana ed europea”.
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