Si tratta di un primo segnale per la ripartenza delle aziende agricole nei territori colpiti dalla terribile alluvione in Romagna, ma bisogna fare molto di più a fronte di oltre 100.000 ettari coltivati seppelliti dalla violenza delle acque sotto una crosta di limo e sabbia: lo afferma Coldiretti in riferimento alla proposta della Commissione Europea al Comitato per l’Organizzazione Comune Mercati Agricoli degli Stati membri per un pacchetto di aiuti straordinari da 330 milioni per gli agricoltori, con 60,5 milioni per l’Italia, che potranno triplicare con contributo nazionale. Il sostegno dovrà arrivare con misure per i settori più colpiti, quali allevamento, ortofrutta, vino, cereali e semi oleosi: erogazioni ammissibili solo se i pagamenti saranno effettuati entro il 31 dicembre 2023.
“Occorre tagliare i tempi della burocrazia per fare arrivare il più in fretta possibile gli aiuti europei alle famiglie e alle imprese colpite dall’alluvione” ha chiesto il presidente Coldiretti, Ettore Prandini. Le importanti misure varate dal Governo e dall’Europa per imprese e lavoratori colpiti dall’alluvione sono un primo passo ma per affrontare l’emergenza, evidenzia Coldiretti, saranno necessari ulteriori sforzi e risorse, anche con il contributo dell’Unione Europea che in passato ha mobilitato oltre 8,2 miliardi di euro, per interventi su calamità in 24 Stati membri negli ultimi 20 anni, attraverso il Fondo di Solidarietà. Per l’ultima alluvione avvenuta nel 2021 in Germania sono stati stanziati complessivamente 613 milioni di euro.
Ma se da un lato esiste la necessità di intervenire subito sull’emergenza alluvione, dall’altro c’è la necessità di non perdere l’occasione offerta con 191,5 miliardi di euro assegnati all’Italia nell’ambito del Pnrr, che deve passare per una modifica necessaria per tener conto della situazione sociale ed economica attuale. Importante è anche attivare al più presto i fondi restanti della riserva di crisi prevista dalla Politica Agricola Comune (Pac) per fare fronte a circostanze eccezionali (rimangono ancora 200 milioni di euro a livello Ue) e adottare misure di flessibilità per l’implementazione del Piano di Sviluppo Rurale dell’Emilia Romagna per permettere modifiche più rapide del PSR e assicurare rapidità dei pagamenti.
L’alluvione ha devastato un territorio con 21.000 aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese e si possono stimare, per adesso, 1,1 miliardi di euro di perdite per il settore. Ai danni sulla produzione agricola, evidenzia Coldiretti, si aggiungono quelli alle strutture, come gli impianti dei frutteti, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse, senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali con frane nelle aziende e lungo le strade. Solo andati perduti raccolti di ortaggi, grano orzo, mais, girasole, colza e soia, frutteti e vigneti.
Da segnalare le tante iniziative private di solidarietà, come i 50.000 dollari che sono stati donati per la Romagna alluvionata dall’associazione italoamericana Niaf, in collaborazione con Coldiretti e Filiera Italia, per la iniziativa a supporto della candidatura della pratica della cucina italiana per l’iscrizione nella Lista rappresentativa dei Patrimoni Culturali Immateriali dell’Umanità dell’Unesco, organizzata a New York dal Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare in collaborazione con l’Ice.
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