Il pronunciamento del Parlamento Europeo sul benessere animale e gli allevamenti europei è importante ma porta anche un po’ di preoccupazione sulle nuove politiche Ue che rischiano di penalizzare il settore zootecnico e gli allevatori: è il “sentiment” di Alleanza Cooperative Agroalimentari, con il presidente Giorgio Mercuri che ha così commentato il voto in plenaria del Parlamento Europeo sulla relazione “On-farm animal welfare” presentata dall’eurodeputato francese Jérémy Decercle.
“Il Parlamento europeo è consapevole degli sforzi fatti finora dalle imprese zootecniche in tema di benessere animale e intende incoraggiare gli allevatori a proseguire i loro sforzi. Va in questa direzione la votazione da parte degli europarlamentari della relazione sul benessere degli animali in stalla che ha restituito un testo finale con suggerimenti equilibrati che non demonizzano gli allevamenti europei”. Da Strasburgo sono arrivate buone notizie per chi opera nel settore. “L’esito del voto dell’Europarlamento - commenta Mercuri - è stato improntato a un grande senso di responsabilità. Il testo finale della relazione riconosce infatti come gli allevamenti europei siano già conformi alla normativa Ue attuale sul benessere animale e quanto le aziende e le cooperative abbiano investito negli ultimi anni su questo aspetto”.
Secondo l’Alleanza Cooperative Agroalimentari “il miglioramento del benessere degli animali in stalla e nel trasporto è una necessità sentita in primis dalle aziende, dal momento che la salute degli animali garantisce maggiore produttività. Si tratta di un percorso che non può e non deve essere ostacolato, perché eticamente condivisibile e perché conforme alle esigenze del mercato e all’attenzione dei consumatori. Resta, tuttavia, una certa preoccupazione sull’impatto che la nuova legislazione sul benessere animale potrà avere sulla zootecnia. Ci sono alcune criticità applicative e di contesto che dovranno - continua Mercuri - essere attentamente valutate alla luce delle incerte ricadute economiche che potrebbero pesare sulle cooperative e i loro soci. Più in generale, resta alta la preoccupazione rispetto all’impatto che il nuovo corso della politica comunitaria potrà avere sulla produzione zootecnica e sul reddito degli allevatori, già compromesso da una congiuntura economica davvero sfavorevole”.
Un recente studio dell’Università olandese Wageningen stima che l’applicazione della strategia Farmtofork possa portare ad una riduzione della produzione zootecnica che oscilla tra il 10 e il 15%, a fronte di un aumento sostanziale dei prezzi al consumo che impatterà in modo eterogeneo sui diversi comparti. Uno scenario tutt’altro che auspicabile. “La chiusura o il ridimensionamento delle aziende avrebbe pesanti ripercussioni sui territori e sulle comunità che li abitano e ciò vale soprattutto per le cooperative che spesso sono le uniche a fare impresa in territori svantaggiati”.
Un altro elemento importante, infine, che è stato evidenziato nella relazione riguarda il tema della reciprocità: i prodotti animali non originari dell’Unione dovrebbero essere autorizzati solo se rispettano gli standard in materia di benessere animale in linea con quelli dell’Ue. “L’adeguamento delle regole di concorrenza - conclupresidente Mercuri - è una tematica sulla quale occorre continuare a tenere alta l’attenzione”.
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