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Bordeaux, si pensa a nuove estirpazioni di vigneti. Bernard Farges torna a guidare il Civb

Valorizzazione dei vini, riduzione del potenziale viticolo, innovazione, ottimizzazione della promozione: i punti su cui lavorerà il neo-presidente
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Vigneti che vengono espiantati, la scelta di Bordeaux (ph: GeminiAi)

Viticoltura, commercio e intermediazione: sono i tre pilastri su cui opera il Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux (Civb), realtà fondata nel 1948 e che ha tra le proprie mission, quelle di sviluppare la conoscenza e rafforzare l’immagine dei vini di Bordeaux, area produttiva tra le più famose al mondo, e garantire la conoscenza della produzione, del mercato e della commercializzazione dei suoi vini, ma anche sviluppare la conoscenza, preservare la qualità e anticipare le nuove esigenze in materia di ambiente e sicurezza alimentare. Si tratta, pertanto, di un’importante organizzazione che rappresenta i professionisti del settore vitivinicolo bordolese e che, in questi giorni, ha eletto un nuovo presidente. Ed è un ritorno, perché a guidare il Conseil, dopo l’era di Allan Sichel, è Bernard Farges, nome di peso nel mondo del vino transalpino, viticoltore della Gironda e già presidente tra il 2014 e il 2016 e poi tra il 2019 e il 2022, oltre che attuale n. 1 del Comité National des Interprofessions des Vins à appellation d’origine et à indication géographique (Cniv).
E, senza peli sulla lingua, con il suo stile diretto, Farges ha fatto capire quali sono gli obiettivi in un periodo storico particolarmente difficile per Bordeaux, come abbiamo raccontato più volte anche su WineNews: vietiamo le pratiche commerciali che non rispettano la redditività degli operatori del settore - sono le parole di Bernard Farges,riportate da Vitisphere” - lavoriamo per costruire strumenti che garantiscano prezzi remunerativi per gli operatori del settore e per tutti i vini. A tal fine, partecipiamo attivamente all’elaborazione dei testi europei e francesi nell’ambito della legge Egalim”, su cui da tempo si fa pressione con l’obiettivo di fissare prezzi minimi dei prodotti agricoli. Valorizzazione dei vini, riduzione del potenziale viticolo, innovazione, ottimizzazione della promozione tramite l’utilizzo di maggiori fondi europei, saranno i pilastri per la crescita. Ed ancora, per Farges, sarà necessario “sostenere e gestire il nostro settore in modo più preciso” con “solidi indicatori di costo e un monitoraggio del mercato, in particolare istituendo la rilevazione dei prezzi di vendita dei nostri vini in uscita dal settore. Altre regioni lo fanno da tempo, finalmente ci siamo uniti per creare questo strumento che ci permetta di conoscere il nostro mercato con entrambi gli occhi aperti e non solo uno e concentrato sul prezzo del prodotto sfuso”.
E, intanto, a Bordeaux si è tornati a parlare su quanti ettari di vigneto dovrebbero essere estirpati per ottenere un equilibrio commerciale strutturale che consenta una rivalutazione dei prezzi del vino. Al Congresso nazionale dei viticoltori cooperativi, che si è tenuto nei giorni scorsi a Parigi, si è parlato di una cifra-obiettivo di 70.000-75.000 ettari di vigneto in Gironda (rispetto ai 104.000 ettari presenti qualche anno fa) con la necessità di nuovi aiuti per l’estirpazione. Tutto ciò mentre il vigneto bordolese ha già perso 19.000 ettari (di cui 13.000 ettari grazie agli aiuti del piano sanitario regionale a 6.000 euro all’ettaro e del piano nazionale definitivo a 4.000 euro l’ettaro). Ma lo scenario non è semplice. Per Jean-Samuel Eynard, presidente della Camera dell’Agricoltura della Gironda (Ca33), “tutti coloro che parlano di premi di estirpazione più elevati rispetto allo scorso anno stanno solo sognando. Data la realtà delle finanze del Paese, non riesco a immaginare che potremmo ottenere di più”. Dopo aver condotto un sondaggio online tra maggio e giugno, la Ca33 riferisce che 600 viticoltori hanno dichiarato di voler estirpare 5.500 ettari di vigne.

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