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BOLLICINE

Brindisi di Fine Anno 2020: quasi uguale, nei volumi, al 2019, assai diverso nei valori

Gli italiani non rinunciano al rito, ma puntano su spumanti meno costosi. Nell’attesa (ed è il nostro augurio) di un ritorno alla convivialità
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Brindisi di Fine Anno 2020: quasi uguale, nei volumi, al 2019, assai diverso nei valori

I brindisi di questo Fine Anno saranno, senza dubbio, meno allegri del solito. Più “intimi”, forzatamente, senza la possibilità di condividerli con gli amici, al ristorante, nelle piazze, nelle grandi tavolate di famiglia. Magari non saranno molti di meno, pare, nonostante manchi tutto il fuori casa (-70/-75% nel periodo delle feste, secondo Federvini, con una perdita pressoché totale viste le chiusure imposte nella Notte di San Silvestro), perchè anche in famiglia, anche in due, gli italiani non rinunceranno al rito di un tappo che salta, anche per augurarsi un 2021 decisamente migliore del 2020. Ma saranno sicuramente diversi, e faranno girare meno soldi (Ovse-Ceves, l’Osservatorio Centro Studi Economici Vini Speciali, guidato da Giampietro Comolli, che parla di volumi simili al 2019, in flessione di appena il -2%, a 38/39 milioni di bottiglie, in linea con le stime complessive per le feste fatte da Unione Italiana Vini, che parla di un -2,3% ma con un fatturato in perdita, per le bollicine italiane nel complesso, del -35% al consumo nella sola ultima notte dell’anno, mentre tante cantine sentite da WineNews parlano di perdite di giro d’affari tra -15%/-30%, ndr). Tra la necessità di risparmiare, per molti, che punteranno su bottiglie più semplici, di minor valore, ma anche per la minor propensione a stappare grandi bottiglie e vini di pregio, in generale, se non si può condividerle davvero, con la convivialità che si conferma, in questa situazione più che mai, uno dei grandi valori aggiunti del bere vino. E alla fine di questo 2020 durissimo, che ha portato via tante persone, soprattutto, e anche tante occasioni per stare insieme e per brindare, che questa convivialità possa tornare presto, in ogni ambito della vita, è l’augurio che vi fa WineNews, a cui brindare con la bollicina che più vi piace, che sia un Franciacorta o un Prosecco Doc, un’Alta Langa o un Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, un TrentoDoc o un Asti Docg, un Oltrepò Pavese o un Durello, per dirne alcune, o una delle mille espressioni da vitigni autoctoni di tutta Italia.

Focus - Brindisi di Fine Anno, il commento della filiera del vino ...
Sandro Boscaini, presidente Federvini
“Non credo che il Covid ci porti via tanti brindisi, perche magari, se non più in grandi tavolate o gruppi, ognuno farà il proprio brindisi a casa sua. Di certo si stapperanno bottiglie di minor pregio, al di là dei grandi appassionati. Ci si accontenterà più del rito che di altro, e di questo risentirà di più il prodotto di maggior pregio che è un elemento centrale quanto c’è vera festa e vero convivio. Chiaramente mancherà tutto il fuori casa, con successo in gran parte dell’anno: bar e aperitivo sono azzerati, niente socialità al ristorante, niente pranzi di affari, e anche quelli in famigli e con gli amici sono limitati. Nei mesi scorsi, dopo il blocco fino a maggio, nei mesi estivi abbiamo visto una grande reazione, e i ristoranti hanno lavorato nonostante la mancanza di turismo straniero e i pochi viaggi di lavoro. Speriamo che succeda lo stesso quando le cose potranno ripartire dopo questo ennesimo blocco, che si veda la stessa reazione, guidata dall’esigenza dell’uomo di stare insieme ai suoi simili, che alla fine è un’esigenza primaria”.

Paolo Castelletti, segretario generale Unione Italiana Vini (Uiv)
“I consumi di Natale e fine anno premiano la spumantistica italiana confermando le previsioni del nostro Osservatorio del Vino la lieve flessione volumica (-2,3% sul 2019 per 74 milioni di bottiglie) contiene la discesa del valore delle vendite sul piano nazionale. Le bollicine italiane continuano ad essere la scelta preferita dai consumatori del nostro paese pure in questo Natale molto particolare. Grazie ad una versatilità di gamma, fondata anche su una grande varietà di vitigni autoctoni, in grado di offrire una proposta diversificata non solo in termini di prezzo ma anche di ricchezza e varietà organolettica capace di accompagnare le diverse tradizioni gastronomiche regionali che caratterizzano le tavole natalizie degli italiani. Ma la vera buona notizia di Natale per il vino italiano è arrivata dall’estero: l’accordo raggiunto tra Ue e Uk sulla brexit ha scongiurato il rischio di dazi e nuovi ostacoli burocratici alla ripresa delle nostre esportazioni nel terzo mercato più importante per il vino italiano che vale (dati 2019) oltre 770 milioni di euro”.

Giampietro Comolli, presidente Ovse-Ceves (Osservatorio Centro Studi Economici Vini Speciali)
“@nonrinuncio è lo slogan della bollicina scacciapensieri. Ci sarà un consumo quasi stabile per l’ultimo giorno dell’anno a 38/39 milioni di bottiglie (-2% sul 2019). Solo 1,9 milioni di bottiglie Champagne (-39% sul 2019). Saranno 280 milioni i calici di auguri, tanti. 200 milioni di euro la spesa di bollicine nazionali (-35% il fatturato sulla notte del 31 dicembre 2019). Sono cambiati modi, tempi, formule. In una notte andranno persi 190 milioni di euro di fatturato di tutte le bollicine. Sarà una fine anno all’insegna delle tipicità locali, di sobrietà e convenienza, cercando di rinunciare al meno possibile. Qualche regalo in meno, gioco forza, un dono più a buon mercato e un messaggio di auguri in più, con la spesa alimentare nei supermercati fino all’ultimo momento sfruttando le promozioni ed i sottocosto. Per il vino i sottocosto in supermercati e discount sono andati esauriti in poche ore. Nessuna bottiglia di bollicine è rimasta invenduta.
Per gli acquisti di cibo, meno zampone ma tante lenticchie, meno caviale e crostacei, più baccalà e più capitone, soprattutto al Sud Italia. Con la spesa alimentare in crescita soprattutto di alimenti base per fare cucina: nuovamente gli italiani in casa, ma davanti ai fornelli. Quindi qualche calice in più in attesa del cenone.
Anche per questo i volumi di bottiglie di vini stappati nel 2020 sono molto simili a quelli del 2019, sono solo cambiati i luoghi di consumo, i tempi, la durata del consumo. Luoghi solo domestici, nulla off premise e Horeca: da qui il forte divario, invece, nel fatturato totale del comparto, nel valore della singola bottiglia al consumo. A un prezzo medio di 9-10 euro nel 2019, corrisponde oggi un prezzo medio a 5-6 euro a bottiglia. Il minor fatturato globale non è dovuto solo a qualche sottocosto last minute, bensì al fatto che manca il 90% (entità molto pesante) della spesa fuori casa della notte di Capodanno. Visto e constatato il contorno, si preannuncia più che un brindisi di volumi, fatturati e numeri, un brindisi alla speranza, alla fiducia e alla grande forza d’animo che servirà per il futuro”.

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