Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Barolo, Amarone, Barbaresco, Sassicaia: sono queste, in ordine, le sei nomination degli “enonauti” italiani. Il sondaggio, realizzato on line tra 2500 appassionati navigatori di www.winenews.it , conferma che in testa ai desideri degli italiani che amano il vino e frequentano Internet ci sono ancora una volta i grandi classici dell'enologia italiana (la classifica vede poi, sempre a conferma di questa tendenza, sei nomination di secondo livello: Barbera, Greco di Tufo, Sagrantino di Montefalco, Muller Thurgau, Nobile di Montepulciano, Montepulciano d’Abruzzo).
L'indagine fotografa quindi l'"enonauta", sempre più interessato all’alta qualità del vino, ad acquistare le migliori etichette in enoteca (dove c’è scelta, professionalità e cortesia), a frequentare i “wine-bar” ed a visitare i “territori” del vino: è prevalentemente maschio (77%), età compresa fra i 30 e 45 anni (55%; a seguire, il 24%, tra 18/30 anni ed il 18% tra 45/60 anni), titolo di studio diploma scuola media superiore o laureato (80%), livello socio-enonomico medio/alto (dirigente, imprenditore, bancario, avvocato, commercialista, ingegnere, medico, architetto, giornalista, commerciante …). Ma, stando sempre al sondaggio di www.winenews.it , oltre a “benedire” i sei gioielli del made in Italy, sempre più ambasciatori del buon bere italiano nel mondo, gli “enonauti” italiani vanno (50%) e desiderebbero andare (15%) alla scoperta dei distretti del vino (ormai dei magneti dei nuovi turismi), non in un’ottica di fare acquisti di prodotto dell’enogastronomia a buon mercato, ma con il chiaro intento di conoscere e comprendere le caratteristiche del territorio (la suggestione dell’ambiente, del paesaggio e della cultura locale, l’atmosfera della cantina, la gastronomia tipica dei ristoranti ed osterie, la ricchezza del patrimonio artistico e culturale, l’affascinante artigianato artistico e tradizionale …).
Oltre a questa filosofia alla base del “turismo del vino” (storia-cultura-arte, ambiente-territorio, enogastronomia-artigianato di qualità), le associazioni mentali suscitate dal vino negli “enonauti” sono per il 30% legate al fascino delle bottiglie di qualità e all’occasione di promozione dello stile e della qualità della vita (solo il 5% considera il vino un alimento e/o un semplice abbinamento a piatti tipici”).
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