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Caffè, in Norvegia la “tazzina” più cara: 4,5 euro. In Italia, dove il 97% delle persone ne beve almeno uno al giorno, costa 1,03 euro, ma appena il 23% viene consumato al bar. In testa ai consumi la Finlandia, a quota 11,4 chili all’anno a persona

Non Solo Vino
Caffè, in Norvegia la tazzina più cara: 4,5 euro. In Italia, 97 persone su 100 ne beve almeno uno al giorno, costa 1,03 euro

Con 4,5 euro a tazzina è la Norvegia che si aggiudica il primato di caffè più caro al mondo. Ci vogliono oltre 3 euro in più rispetto a quello comprato a Lisbona dove una “tazzulella” costa in media 0,90 euro, meno che in Italia, che con 1,03 euro di media è al secondo posto della classifica per caffè meno caro al mondo. Numeri che emergono da Tirreno C.T. e Balnearia, dedicate all’ospitalità e al food&wine, di scena da oggi al 28 febbraio, a Carrara (www.tirrenoct.it). Anche se l’Italia è tra i principali produttori al mondo di miscele e macchine da caffè, il primato dei consumi pro capite va ai finlandesi che consumano oltre 11 chili di caffè all’anno a testa.

L’Italia è comunque la patria del caffè, e si distingue, come detto, anche per il prezzo della tazzina, che in Thailandia supera, solo di poco, quanto pagato in Italia: a Bangkok è di 1,03 euro. A Tokio occorrono, al banco, oltre 3 euro, si sale a 3,19 euro in Australia, mentre quello decisamente più “salato” si beve in Norvegia, dove per una tazzina occorre sborsare 4,5 euro. In Italia, secondo i dati dalla Camera di Commercio di Milano, International Coffee Organization e De’Longhi, il 97% degli italiani beve almeno uno caffè al giorno, ma la media nazionale è di quattro, e al bar il prezzo della tazzina di caffè oscilla a seconda della latitudine. A Roma, ad esempio, una tazzina al bar costa 1,03 euro mentre il prezzo più alto si paga a Torino, dove lo scontrino è di 1,10 euro. Oltre l’euro a tazzina ci sono Milano, 1,08 euro, e Firenze 1,04 euro, mentre sotto a un euro il primato della tazzina di caffè espresso più economica al bar spetta a Napoli con 0,91 euro cui fa seguito Palermo con 0,94 euro. Il prezzo medio del cappuccino è di 1,30 euro.
Per i consumi di caffè, l’Italia al decimo posto, si beve quasi esclusivamente espresso e spesso al bar, dove i consumi di caffè rappresentano l’80% del valore, anche se in quantità valgono solo il 23%. Il 41% della popolazione italiana adulta consuma una tazza di caffè al bar almeno una volta a settimana. L’Italia è anche al quinto posto fra i maggiori Paesi importatori ed è al decimo posto in Europa per consumi pro-capite vista la modalità di consumo, per colazione e dopo pranzo e non come bevanda per accompagnare i pasti e la giornata come invece avviene negli altri Paesi.
Complessivamente, i consumi mondiali pro-capite all’anno si aggirano sui 4,4 chilogrammi e si va dagli 11,4 chili della Finlandia ai 2,37 del Portogallo, per passare tra i 4,20 chili degli Usa e i 5,20 della media nell’area Ue, dove emerge il dato tedesco: 7,60 chili a testa. In Italia chi consuma più caffè sono gli abitanti del Meridione, 34% , con il 25% che lo prende al bar, seguiti dalla popolazione del Nord Ovest, 27% dei consumi e 33% al bar, mentre Nord Est e Centro si attestano attorno al 20% di consumo di caffè.
A proposito di bar, nei registri delle Camere di Commercio si contano 149.429 imprese appartenenti al codice di attività 56.3 (bar e altri esercizi simili senza cucina), e in appena sei Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Campania) si concentrano i due terzi delle imprese del settore. Il 54,2% di queste è una ditta individuale e la variabilità regionale intorno a questo valore medio è assai sostenuta: la forbice va dal valore minimo dell’Umbria (42,5%) al massimo della Calabria (77,8%). Il 32,4% delle imprese è attiva come società di persone, mentre la quota delle società di capitale è di poco al di sopra del 12%. In tale contesto merita una segnalazione il 12,3% della Lombardia al Nord, il 26,0% del Lazio al centro e il 14,7% della Campania al Sud.

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