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CAMPAGNA & CRISI - LA CONFAGRICOLTURA LOMBARDIA MTTE IN SCENA, DOMANI A CREMONA, IL “FUNERALE” DELL’AGRICOLTURA

Domani, 23 ottobre, con un corteo e una fiaccolata, Confagricoltura Lombardia celebrerà, simbolicamente, a Cremona, il funerale dell’agricoltura. Un gesto quasi scaramantico, oltre che una provocazione: gli imprenditori agricoli non sono certo rassegnati a veder morire le proprie aziende insieme al settore primario.

“La crisi - ha detto il presidente Vecchioni - è durissima ed è lungi dall’essersi conclusa: ha coinvolto tutti i comparti dell’economia e non ha risparmiato nessun settore dell’agricoltura che, per la prima volta dal dopoguerra, vede in difficoltà tutte le aree produttive, nessuna esclusa, dalla zootecnia da latte e da carne, alla cerealicoltura, alla vitivinicoltura, al florovivaismo, all’ortofrutta, alle produzioni più innovative”.

L’etichettatura dei prodotti all’origine e la tracciabilità rappresentano senza dubbio elementi positivi per concretizzare un rapporto più trasparente e di maggiore fiducia con il consumatore finale. Inutile, però, illudersi che provvedimenti come questi possano in qualche modo contribuire alla soluzione di una crisi ormai strutturale e che necessita di interventi urgenti, mirati e concreti, supportati da una vera politica economica per l’agricoltura.

Confagricoltura chiede decisioni e provvedimenti ormai non più procrastinabili, come l’erogazione dei 45 milioni di euro da tempo assicurati a favore delle aziende che hanno investito per acquistare quote di produzione del latte. Una goccia nel mare, in un Paese che sta facendo enormi sacrifici per erogare aiuti di ben altra consistenza a settori industriali in crisi.

“E’ vero - ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Lombardia, Franco Bettoni - che il problema più attuale e scottante del settore lattiero/caseario è rappresentato attualmente dall’andamento negativo del mercato globale e da un prezzo alla stalla non remunerativo, che sta portando gli allevamenti alla chiusura, ma è altrettanto vero che chi ha sempre rispettato le regole non può tollerare oltre la disparità di una concorrenza sleale attuata da chi le quote non le ha pagate, ma le ha ottenute in regalo”.

“Per la cerealicoltura - ha aggiunto il presidente della Libera Associazione Agricoltori di Cremona - non è tollerabile la reiterazione di un decreto che vieta l’uso dei concianti, quando con cifre abbordabili i costruttori delle seminatrici sono in grado di modificare le macchine in modo che le eventuali polveri vengano interrate e che si superi quindi l’accusa di danneggiare le api. E’ un problema da affrontare e da risolvere, visto che la sospensione nella scorsa campagna dell’uso dei neonicotinoidi tanti danni ha causato alle colture, preda ora più che mai della diabrotica. Il provvedimento non risolverebbe certo il problema del prezzo di mercato, che ha ben altre motivazioni, ma abbasserebbe almeno i costi di produzione”.

Oggi Confagricoltura Lombardia consegnerà al governatore della Regione, Roberto Formigoni, 7.000 firme raccolte a supporto delle richieste dei produttori.

“Gli agricoltori - ha concluso il presidente della Confagricoltura Federico Vecchioni - non chiedono aiuti a pioggia, ma provvedimenti concreti e sono pronti a fare la propria parte, perché l’ottimismo, la fiducia nel futuro e la voglia di intraprendere sono insiti nel Dna degli imprenditori. Sono pronti a rispondere alla crisi continuando a produrre qualità a prezzi competitivi e puntando a prodotti di standard sempre più elevato, ma da soli non possono risolvere problemi che vengono da lontano e che sono al disopra delle possibilità di superamento da parte di una singola categoria produttiva”.

Ma il “funerale” simbolico non è che il primo passo: il mondo agricolo intende reagire con la pragmaticità che gli è propria e non lasciare nulla di intentato per difendere le aziende, per garantire il consumatore finale e per dare un futuro al settore.

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