Vendite per 2,28 miliardi di euro (+0,2% complessivamente e +1,5% organicamente) con un effetto cambi -2,4%, Ebit rettificato di 517 milioni di euro (+3,6%) con Ebitda rettificato di 629 milioni di euro (+6,4%) e un utile del Gruppo prima delle imposte di 399 milioni (-5,7%). Per un 2025 atteso come “stabile” in seguito ad “un impatto dei dazi meno sfavorevole rispetto alle precedenti stime (ora previsto intorno a 15 milioni di euro) e proseguendo con le efficienze”. Sono i numeri e le valutazioni pubblicati, il 29 ottobre, da Campari, colosso italiano e mondiale del beverage, relativi all’andamento del Gruppo nei primi 9 mesi 2025.
Ma la “stabilità” auspicata, se non altro in termini mediatici, è stata di breve durata.  A nemmeno 48 ore dalla pubblicazione della nota, infatti, la Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato 1,3 miliardi di euro alla holding lussemburghese Lagfin Sca, azionista di controllo proprio del Gruppo Campari. L’inchiesta del Tribunale di Monza ipotizza una presunta maxi-evasione fiscale legata a un’operazione straordinaria di “fusione per incorporazione” di anni fa nella quale la Lagfin Sca aveva assorbito la propria controllata italiana, detentrice del pacchetto azionario di maggioranza di Davide Campari Milano, e per la quale secondo l’accusa non sono state dichiarate le plusvalenze da “exit tax” per oltre 5,3 miliardi di euro. Ma Campari ha subito precisato con una nota che il sequestro riguarda esclusivamente la holding lussemburghese e non il Gruppo da essa controllato (nonostante in quanto principale azionista con il 52% Lagfin disponga dell’83% dei diritti in assemblea alla Campari) e che pertanto “la disputa non riguarda Davide Campari né il gruppo Campari, senza alcuna conseguenza per entrambi”. Tuttavia alla riapertura delle Borse, ieri, a Piazza Affari il Gruppo Campari ha aperto con uno scivolone di quasi il -6% che si è poi ridotto a -2,4% a 5,89 euro a fine seduta. La speranza presente al momento sul mercato è che la Lagfin Sca trovi un accordo transattivo con il Fisco di valore inferiore alla cifra sequestrata.
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