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DATI

Cantina Italia: nelle aziende del Belpaese 55,6 milioni di ettolitri di vino a novembre 2022

Il 51,4% del vino in giacenza è Dop, il 27,4% a Igp. Ci sono 20 denominazioni su 526 che contribuiscono al 59,2% del totale delle scorte
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Aumentano, sul 2021, le scorte di vino in giacenza in Italia

Nelle cantine italiane, al 30 novembre 2022 (ma i dati sono aggiornati al 13 dicembre 2022), sono stoccati 55,6 milioni di ettolitri di vino, in aumento (+19,5%) sullo scorso 31 ottobre 2022 (+9 milioni di ettolitri) e superiori del 7,1% sul 30 novembre 2021 (+3,6 milioni di ettolitri): sono i numeri di “Cantina Italia”, l’ultimo report redatto dall’Icqrf, sulla base dei dati contenuti nei Registri telematici del vino. Oltre al vino, nelle cantine ci sono 12,8 milioni di ettolitri di mosti e 12,1 milioni di ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (Vnainf).
Sul 30 novembre 2021, si osserva un valore delle giacenze superiore per tutte le categorie di prodotto: vini (+7,1%), mosti (+2%) e Vnainf (+5,5%). Il 51,4% del vino detenuto è Dop, con una prevalenza del bianco (50%). Il 27,4% del vino è a Igp, con prevalenza del rosso (57,3%), mentre i vini varietali detenuti costituiscono appena l’1,3% del totale.
Il 58,4% del vino in Italia è detenuto nelle regioni del Nord. Nel solo Veneto è presente il 24,5% del vino nazionale (pari a 13,6 milioni di ettolitri), soprattutto grazie al significativo contributo delle giacenze delle province di Treviso (11%) e Verona (7,9%).A seguire Emilia Romagna con il 12,4% (6,9 milioni di ettolitri), Puglia con l’11,9% (6,6 milioni di ettolitri), Toscana con l’8,9% (4,9 milioni di ettolitri), Sicilia con l’8,2% (4,5 milioni di ettolitri), Piemonte con l’8,1% (4,4 milioni di ettolitri), Trentino Alto Adige con il 5% (2,7 milioni di ettolitri), Abruzzo con il 4,3% (2,3 milioni di ettolitri), Friuli Venezia Giulia con il 4,2% (2,3 milioni di ettolitri), Lombardia con il 4% (2,2 milioni di ettolitri), e le altre Regioni con l’8,5%.
Scorrendo il report, si scopre che per i vini a denominazione (Dop e Igp) gli stock maggiori riguardano il Prosecco, che vale l’11,2% e 4,9 milioni di ettolitri, seguito da Puglia (5,9% e 2,5 milioni di ettolitri), Terre Siciliane (4,1% e 1,8 milioni di ettolitri), Sicilia (4% e 1,7 milioni di ettolitri), Delle Venezie (3,9% e 1,7 milioni di ettolitri), Salento (3,2% e 1,3 milioni di ettolitri), Veneto (3,2% e 1,3 milioni di ettolitri), Toscano o Toscana (3,2% e 1,3 milioni di ettolitri), Rubicone (2,9% e 1,2 milioni di ettolitri), Montepulciano d’Abruzzo (2,8% e 1,2 milioni di ettolitri), Chianti (2,3% e 988.000 ettolitri), Conegliano Valdobbiadene Prosecco (2% e 855.00 ettolitri), Chianti Classico (1,6% e 713.00 ettolitri), Trentino (1,6% e 687.00 ettolitri), Emilia (1,5% e 644.000 ettolitri), Provincia di Verona (1,3% e 582.000 ettolitri), Franciacorta (1,3% e 550.000 ettolitri), Tre Venezie (1,1% e 499.000 ettolitri), Barolo (1,1% e 498.00 ettolitri), Primitivo di Manduria (1,1% e 468.000 ettolitri).
Per i mosti, la maggior parte è detenuto nelle regioni del sud (50%) e del nord (42%) Italia. Due regioni detengono il 65,9% dei mosti, la Puglia (43%) e l’Emilia-Romagna (22,9%). I vini nuovi ancora in fermentazione sono 12,1 milioni di ettolitri, in giacenza per il 43,7% al nord, per il 26,0% al sud, per il 17,9% al centro e per il rimanente 12,4% nelle isole.

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