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COMMERCIO E POLITICA

Caos buoni pasto, domani il primo sciopero nazionale promosso da Fipe/Confcommercio

La protesta contro quella che gli esercenti ritengono una “tassa occulta”. Su uno strumento che, nel 2019, in Italia, ha mosso 3,2 miliardi di euro
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Caos “buoni pasto”, domani il primo sciopero nazionale promosso da Fipe-Confcommercio

Scatta domani, mercoledì 15 giugno, il primo sciopero nazionale promosso da Fipe/Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, e dalle principali sigle della grande distribuzione e del commercio, contro il sistema dei buoni pasto. Per ventiquattro ore bar, ristoranti ma anche supermercati, ipermercati ed esercizi del piccolo commercio non accetteranno pagamenti tramite i buoni pasto. Un’azione dimostrativa che tuttavia prefigura cosa potrebbe accadere se non si arriva ad una riforma strutturale del sistema che elimini le pesanti commissioni a carico degli esercizi. “Fipe/Confcommercio da anni denuncia un sistema che proprio nelle gare pubbliche mostra le peggiori storture. Lo Stato. attraverso Consip. si assicura ingenti risparmi che scarica interamente sulla rete dei nostri esercizi”.
Parliamo di uno strumento, quello dei buoni pasto, che, in Italia, nel 2019 hanno mosso 3,2 miliardi di euro, per un totale di 500 milioni di ticket emessi. Strumento che si configura come un benefit vantaggioso tanto per le aziende (sono deducibili al 100%, ndr) che per i lavoratori (3 milioni quelli che ne beneficiano, su 10 milioni che, pre pandemia, pranzavano ogni giorno fuori casa, con il 64,7% che li utilizzano come prima forma di pagamento, di cui 2 nel privato e 1 nel pubblico). Ma che gli esercenti vedono come una tassa occulta: per ciascun buono da 8 euro il bar, il negozio alimentare, il bar o il supermercato ne incassa poco più di 6. Una volta scalati gli oneri di gestione e quelli finanziari si registra un deprezzamento del 30%: ogni 10.000 euro di buoni incassati, gli esercizi convenzionati perdono 3.000 euro.
“Questa tassa occulta che lo Stato scarica direttamente sulle imprese del nostro settore - spiega Aldo Mario Cursano, vicepresidente vicario Fipe/Confcommercio - è inaccettabile. Da anni stiamo lavorando per sensibilizzare le istituzioni chiedendo una radicale modifica del sistema che salvaguardi il valore del buono pasto lungo tutta la filiera, ma finora siamo stati inascoltati. L’adesione allo sciopero di 24 ore indetto per domani cresce di ora in ora ed è solo l’inizio di una serie di iniziative che porteranno a non poter spendere più i buoni pasto se non ci sarà una radicale inversione di tendenza già a partire dalla prossima gara Consip, del valore di 1,2 miliardi di euro”.

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