Come in un grande thriller hollywoodiano in cui è in gioco l’economia mondiale, la vicenda “dazi Usa”, che riguarda da vicino anche tutto il made in Italy, agroalimentare e vino in testa, visto che, dagli Usa, dipende quasi un quarto degli oltre 8 miliardi di euro di export 2024 (e, con i primi 2 mesi 2025, a +20% sul 2024 sul fronte enoico), ci ha abituato a grandi e repentini colpi di scena. Ma a scrivere l’ultimo non è stato il Presidente Usa Donald Trump (che, nei giorni scorsi, aveva minacciato di alzare il dazio sui prodotti Ue al 50%, poi ritrattando almeno fino al 9 luglio), ma la United States Court of International Trade, che ha sostanzialmente accolto un ricorso di una coalizione di diverse realtà di 12 Stati - tra cui, per il vino, la newyorkese V.O.S. Selections, da sempre in prima fila contro i dazi - dichiarando in buona sostanza illegittime le tariffe introdotte da Trump, non tanto nella sostanza, quanto nella forma, poiché il Presidente americano lo avrebbe fatto superando l’autorità concessa dall’International Emergency Economic Powers Act (Ieepa).
Tra i tanti a riportare la notizia, che sta aggiungendo caos al caso, è anche la Us Wine Trade Alliance (Uswta), che spiega come, secondo la decisione della Corte, “l’Ieepa non autorizza il Presidente a imporre tariffe illimitate su merci provenienti da quasi tutti i Paesi, anche durante una dichiarazione di emergenza nazionale”, sottolineando che “il potere tariffario risiede esclusivamente nel Consiglio e che qualsiasi delega di tale autorità deve includere limiti chiari. Sia il programma “Worldwide and Retaliatory” che quello “Trafficking” sono stati respinti in quanto eccedenti la portata di un’azione esecutiva legittima”, scrive la Uswta, riportando la decisione della Corte (qui il documento integrale). Ad ora, dunque, la Corte ha emesso un’ingiunzione e annullato sia le tariffe contestate, ovvero quelle tra il 10% ed il 50% imposte alle merci importate da 57 Paesi del mondo (tra cui i Paesi membri Ue, ndr), che i dazi al 25% sui prodotti canadesi e messicani. Inoltre, oltre al fatto che il Governo non può più riscuotere le tariffe, la sentenza sarebbe anche retroattiva, e questo vorrebbe dire che quanto incassato fino ad oggi dovrebbe essere anche rimborsato.
Ma la partita è tutt’altro che chiusa.
Ovviamente, il caso è deflagrato a livello mondiale, con la Casa Bianca che, per voce del vice capo dello staff della “White House”, Stephen Miller, parla di “colpo di stato giudiziario fuori controllo”, mentre un portavoce ha sottolineato che “non spetta a giudici non eletti decidere come affrontare adeguatamente un’emergenza nazionale - ha detto - il Presidente Trump si è impegnato a mettere l’America al primo posto e l’Amministrazione si impegna a utilizzare ogni leva del potere esecutivo per affrontare questa crisi e ripristinare la grandezza dell’America”. Di certo una novità improvvisa che, in attesa di sviluppi, rallenta e complica ulteriormente le trattative bilaterali tra gli Usa e i diversi partner, dall’Ue alla Cina, con Pechino che ha già chiesto a Trump di sospendere subito tutti i dazi impropri. Intanto, in attesa che Trump parli ufficialmente, e mentre le borse del mondo reagiscono positivamente alla novità, è presto per dichiarare chiusa la partita. E in attesa degli sviluppi della giustizia Usa, è propria la Uswta a tracciare una possibile road map, secondo cui il Governo Usa presenterà a breve un’istanza di sospensione d’urgenza dell’ordinanza della Corte, sulla quale poi arriverà una decisione in un giorno come al massimo in due settimane. “Se il Governo non riceve una sospensione rapida, può presentare una petizione alla Corte Suprema per ottenere un provvedimento di emergenza. Se una sospensione venisse concessa, manterrebbe lo status quo e il Governo potrebbe continuare a riscuotere le tariffe Ieepa durante l’appello. Se non viene concessa alcuna sospensione, le tariffe rimarrebbero nulle e la riscossione delle tariffe dovrebbe essere interrotta”.
Il consiglio che arriva dall’Associazione che riunisce il trade del vino americano, in questo momento, è di “coordinarsi con gli spedizionieri doganali in merito a eventuali voci recenti interessate dalle tariffe Ieepa; conservare tutta la documentazione relativa ai dazi pagati nell’ambito di questi programmi; prepararsi a potenziali richieste di rimborso, pur comprendendo che i rimborsi effettivi potrebbero non arrivare prima di un po’ di tempo”. Per ora, da Trump, nessun commento ufficiale, se non un paio di post abbastanza eloquenti sul suo social “Truth”, con due immagini in cui si legge: “il Presidente Trump aveva ragione su ogni cosa”, e “lui è in missione per conto di Dio, e nessuno può fermare quello che sta arrivando” …
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