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CARO RISTORANTE, 954 EURO PER 2 (SENZA VINO) A “LA MALMAISON” DI MILANO. IL RISTORATORE “TUTTO NORMALE, SONO DAI 3 AI 4 CHILI DI ROBA”. INCHIESTA DEL SETTIMANALE “PANORAMA” SUI PREZZI GONFIATI

Ci risiamo: un conto salatissimo al ristorante, e riparte la polemica sugli italiani “ladroni”. Il settimanale “Panorama”, in edicola oggi, pubblica un’inchiesta sui prezzi gonfiati in alcuni ristoranti italiani. Il caso più eclatante è quello de La Malmaison di Milano, dove una coppia ha speso 954 euro, senza vino, per una cena. Il settimanale diretto da Maurizio Belpietro ha pubblicato la ricevuta: 20 euro per i coperti, 24 per 4 bottiglie di acqua minerale, 300 euro per 6 scampi, 90 per altrettanti gamberoni, 70 euro per 4 ostriche e 2 fasolari, 380 per due bourguignonne, e, per finire, una fonduta di frutta da 30 euro e un bicchierino di rum Zacapa da 40 euro. “Dopo che avevamo ordinato il cameriere ha ritirato i menù e ci ha chiesto se nell’attesa gradivamo degli antipasti - racconta Barbara, la donna di 37 anni che ha invitato a cena il suo fidanzato, riporta sempre “Panorama”, per festeggiare il compleanno di lui - abbiamo risposto di sì. Mai avremmo immaginato fossero così costosi”. Il proprietario del ristorante, Davide Ivan Lacerenza, contattato da “Panorama”, ha commentato: “tutto regolare. Hanno mangiato scampi di Mazara che arrivano ancora vivi, aragoste della Sardegna, astice, tonno spada, branzino. Dai tre ai quattro chili di roba. Le entree le hanno chieste loro, io stesso ero sorpreso sulla quantità di cose ordinate”.

Al di là di chi abbia più o meno ragione sulla vicenda, conti come questo, peraltro per una cena senza vino, “non fanno bene alla categoria dei ristoratori”, commenta Alfredo Tomaselli del ristorante “Dal Bolognese”, uno dei locali più frequentati a Milano e Roma. “Può capitare di ricevere lamentele - spiega Tomaselli - ma la nostra politica è quella di presentare sempre il menù prima delle ordinazioni e di offrire al cliente la massima trasparenza sui prezzi. Quando il conto è molto alto preferisco fare un piccolo sconto, perchè il cliente soddisfatto ritorna”. Il conto di vicende come questa, invece, che soprattutto all’estero sono riprese e commentate dalla stampa, più di tante autocelebrazioni della grande qualità del made in Italy, li paga tutto il Paese, in termini economici e di immagine. Al di là di chi ha ragione tra cliente e ristoratore.

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