Con un impero liquido di 800.000 bottiglie stoccate nelle cantine di Merano, Bordeaux e Zurigo (delle quali circa la metà anteriori agli anni Sessanta ), la cantina Badaracco si è specializzata nella commercializzazione del vino di alta qualità, inventandosi anche un nuovo tipo di mercato. Ai vertici di questa società, che ha sede sul lago di Lugano, Paolo Cattaneo, nato e vissuto a Sommaria del Bosco, a due passi da Torino. Il suo amore per il vino nasce nella cantina paterna , dove pigia le uve comprate a Diano e a Neive. Dopo gli studi nelle scuole alberghiere del Lago Maggiore e di Roma, lavora come barman e sommelier prime di aprire con la moglie un albergo a Klosters, sui Grigioni, a duemila metri di altitudine. Ora lo troviamo direttore di un invidiato impero commerciale. Nel 1987 è infatti entrato in contatto con la famiglia Badaracco (la Badaracco era stata fondata nel 1879) e insieme da altri azionisti a gettato le basi per una promettente attività. L’azienda un tempo aveva sede a Lugano ed è stata la prima da importante sul mercato svizzero i liquori della Martini, della Cinzano e il vermut, che allora andava per la maggiore. Dal 1987 in poi la società si è specializzata nel ricerca e vendere vino di etichette pregiate. Girando per le più prestigiose aste del mondo ha accolto nelle sue cantine soprattutto vino francese, Bordeaux e Bordolese in particolare. Ancora oggi il 70 % delle bottiglie conservate sono bordolesi, poi ci sono i vini italiani, australiani, californiani e del Nuovo Mondo. Cosa c’è nella sua cantina ? Ecco soddisfatte alcune curiosità: il vino più vecchio è il Rudesheimer Apostel Wine proveniente da un’unica botte del 1728 della cantina Bremer Ratskeller. Altri fiori all’occhiello sono uno Chateau Lafite - Rothschild 1784 e uno Chateau d’Yquem 1784.
Ma come si approvvigiona la cantina più fornita del mondo? “Preferiamo restare liberi, senza legarsi a nessun produttore - sostiene con soddisfazione il direttore Paolo Cattaneo -. Compriamo il vino dell’anno e delle quantità che vogliamo”. Del resto questa filosofia sembra funzionare, chi compra da loro può scegliere tra quindicimila tipi di vino. E quando le richieste sono di etichette non presenti in cantina? “Allora torniamo a fare i broker perché - dice Cattaneo - il vino introvabile non esiste, i vini famosi prima o poi si scovano, in qualche angolo del mondo”. Il giro d’affari della Badaracco è composto al 99,5% da importatori e grossisti e solo in minima parte da privati che possono acquistare piccole quantità in una bottega nella sede di Melano. Grosse quantità vengono vendute all’ingrosso sul mercato internazionale: in Nord America, in Asia e in Europa (soprattutto Inghilterra)
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Insomma, un punto di vista privilegiato sul mercato internazionale del vino, quali sono le prospettive viste da un grosso “mercante del buon bere”? “Ormai si è diffusa l’abitudine, soprattutto in alcune zone d’Italia, di aumentare i prezzi ogni anno. Comunque ogni prezzo è giusto se il consumatore è disposto a pagare e se rimane soddisfatto della qualità del prodotto. Quando si parla di crisi bisogna considerare l’incredibile potenzialità dei mercati asiatici, in continua espansione”. E la posizione del vino italiano nel commercio internazionale ? “L’Italia è stata troppo a lungo un produttore di vino di bassa qualità, restano ancora nella memoria i fiaschi e i Lambruschi venduti a milioni. In questi ultimi anni, il fermento è palpabile, i vini piemontesi e toscani sono buonissimi, esprimono caratteristiche organolettiche che piacciono e che sono frutto di grande varietà”. Il futuro della vendita del vino e delle enoteche sarà su Internet? “Io credo ancora nel contatto umano e sono pronto a scommettere sulla sopravvivenza dell’enoteca classica, dove si può parlare, discutere, creare quelle relazioni umane che stanno alla base del consumo di vino”. Bisogna essere ricchi per bere bene? “No, con una cifra modesta si possono acquistare prodotti monto buoni”. Quali sono i vini dal miglio rapporto qualità /prezzo? “Vanno in questa direzione Australia, Nuova Zelanda e Cile, zone avvantaggiate da climi magnifici e costi molto bassi”.
Rielaborazione dell'intervista di Alessandro Monchiero sul magazine Slow Wine a cura di Mariangela Galgani
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