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RISERVA

Champagne, la réserve individuelle a 100 quintali ad ettaro per compensare le annate sfortunate

Paracadute per i vigneron contro gli eccessi del clima. In Italia giacenze e riserve garantiscono gli imbottigliamenti del Prosecco fino a fine 2023
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Le rese e le riserve dello Champagne

Da una parte il mercato, dall’altra gli eccessi di un clima da cui, come sempre e ancora più del solito, dipendono le fortune di qualsiasi campagna vendemmiale. In mezzo, le necessità e le potenzialità produttive delle aziende, normate e regolamentate dalle diverse denominazioni. In modo più o meno rigido. Fa scuola, e storia a sé, in questo senso, la Champagne, che ogni anno fissa limiti diversi alle rese in base, appunto, all’andamento stagionale ed alle necessità del mercato. Nel 2021, ad esempio, le piogge limitarono la produzione dei vigneti ad appena 60-70 quintali ad ettaro, molto meno dell’anno precedente, quando però il limite fu comunque basso (80 quintali ad ettaro) a causa delle difficoltà di un mercato in enorme contrazione a causa della pandemia di Covid-19.
Non è l’unica peculiarità della Champagne, dove i vigneron sono autorizzati a tenere in cantina una riserva di vino base non ancora spumantizzato che verrà utilizzata per produrre le annate future. È una riserva fondamentale, proprio per compensare le annate più sfortunate. E, proprio come per le rese, anche in questo caso è il Comité Champagne a decidere il limite della “réserve individuelle”, destinata a passare dagli attuali 80 quintali ad ettaro a 100 quintali ad ettaro, in una logica di maggiore elasticità che consenta ai vignaioli di avere gli strumenti giusti per affrontare le sfide del Climate Change e della Flavescenza Dorata.
Il cambiamento del disciplinare dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno, e per Maxime Toubart, presidente del Syndicat Général des Vignerons de Champagne (Sgv) “è una decisione importante per lo Champagne, allo Stato non costa nulla e punta a rafforzare la réserve individuelle, che è stata molto utile nel 2017 e nel 2021”, come ha commentato al magazine francese Vitisphere. “Vorrei dire ai viticoltori che questi 20 quintali in più li impegnano moralmente, la réserve individuelle deve incoraggiarci a compiere ulteriori sforzi a livello ambientale e a puntare alla riduzione degli erbicidi, e costringerci a utilizzare la réserve individuelle anche quando il raccolto è di scarsa qualità, come è avvenuto nel 2017”.
Qualcosa di molto simile accade anche nella più grande denominazione della spumantistica italiana, il Prosecco, alle prese con il problema opposto, ossia con la crescita delle riserve di cantina, che hanno dato adito, nelle ultime settimane, a letture allarmistiche. Su cui ha deciso di intervenire il CdA del Consorzio del Prosecco, da cui emerge che “al fine di agevolare il proprio sistema produttivo, tenuto conto dello stillicidio di informazioni non corrette circolanti tra gli operatori, alla luce delle attuali dinamiche della domanda, ritiene che la disponibilità di prodotto libero in giacenza - considerando lo svincolo del 50% della riserva vendemmiale e la modifica del disciplinare di produzione che consentirà la commercializzazione delle produzioni 2023 a partire dal 1 gennaio 2024 - possa garantire gli imbottigliamenti fino al 31 dicembre 2023”, si legge nella nota.
“Pertanto, i volumi residui della riserva vendemmiale 2022, pari a 370.000 ettolitri, non saranno resi disponibili al sistema di certificazione nel 2023 ma potranno essere utilizzati per far fronte, nelle annate successive, a carenze di produzione fino al limite massimo delle rese previsto dal disciplinare di produzione o consentito, con provvedimento regionale, per soddisfare esigenze di mercato. In relazione alla vendemmia 2023, inoltre, il CdA del Consorzio del Prosecco ha deliberato, all’unanimità, l’attingimento straordinario di 4.738 ettari, per una superficie massima di 2,5 ettari ad azienda. In questo modo la produzione disponibile per il 2024 potrà contare su poco meno di 5 milioni di ettolitri, dei quali solo poco più di 3 milioni e 800.000 ettolitri saranno immediatamente disponibili per l’imbottigliamento, la parte rimanente (riserva 2022 e stoccaggio 2023) potrà essere immessa sul mercato in seguito alla valutazione di quattro fattori che si possono così sintetizzare: andamento degli imbottigliamenti; andamento delle vendite; mantenimento del valore del vino base; rafforzamento del valore delle produzioni imbottigliate”, conclude la nota del Consorzio del Prosecco.

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