La “Chianti Classico Collection” 2023 di scena oggi e domani a Firenze, alla Stazione Leopolda (edizione n. 30), coincide con una brillante condizione della denominazione, raccontata dai numeri, ma non solo: il fatturato del Gallo Nero ha fatto registrare nel 2022 un +17% sul 2021, +46% guardando al confronto con il 2020 (dati: Osservatorio Maxidata), con la crescita delle bottiglie vendute che si attesta su un +6% sempre sul 2021. Merito anche di una maggiore remuneratività del valore delle uve e dello sfuso (+10% sul 2021), con il prezzo di quest’ultimo saldamente nell’ordine di 400 euro ad ettolitro. Anche sul fronte del mix delle vendite 2022 dell’imbottigliato, la crescita delle tipologie “premium” (Riserva e Gran Selezione) si è ormai posizionata sul 45% della produzione e sul 56% del fatturato. Ad otto anni dalla sua introduzione, la Gran Selezione lancia segnali di un significativo consolidamento. Nel 2014 i produttori che la inserirono immediatamente nel loro portafoglio etichette erano 33, oggi sono 164. Confortante anche il bilancio delle vendite di questa tipologia nel 2022 che cresce del 30% sul 2021, attestandosi stabilmente su una percentuale del 5% sulla produzione totale di Chianti Classico e generando un fatturato del 13% sul valore totale della denominazione.
A questo si aggiunge la marcia spedita verso il perfezionamento delle Uga (“Unità Geografiche Aggiuntive” che, ricordiamolo, per adesso, sono state individuate in quelle di “San Casciano”, “Montefioralle”, “Panzano”, “San Donato in Poggio”, “Greve” e “Lamole” per il versante fiorentino della denominazione e in quelle di “Castellina”, “Vagliagli”, “Radda”, “Gaiole” e “Castelnuono Berardenga”, per quello senese), che, proprio in questi giorni, ha ottenuto l’ok istituzionale definitivo (per adesso solo sui Chianti Classico Gran Selezione che, a loro volta, cambiano nel disciplinare di produzione la loro composizione varietale con il Sangiovese che passa al 90% e con restante 10% costituito soltanto da vitigni di antica coltivazione locali) una delimitazione più precisa per aree omogenee che porterà ad indicare in etichetta, il nome del Comune o della frazione, aumentando l’identità di un areale che nel suo complesso occupa una superficie di 7.200 ettari a vigneto per una produzione media di oltre 30 milioni di bottiglie (con il Consorzio a raggruppare 482 soci, di cui 345 che imbottigliano il Chianti Classico con propria etichetta).
Venendo al bicchiere, i Chianti Classico annata 2021 e 2020, arrivano da due millesimi, per certi aspetti, tendenzialmente opposti. L’annata 2021, la possiamo inserire tra quelle calde, conseguenza dell’ormai predominante riscaldamento climatico che, alle nostre latitudini, inevitabilmente colpisce più macroscopicamente i mesi decisivi per la raccolta. Si tratta di un millesimo che si segnala per un’estate decisamente calda con solo qualche sporadica pioggia sul finire del mese di agosto e temperature elevate, benché senza ondate di calore accentuato. Un quadro generale che ha condotto ad una vendemmia in qualche caso anticipata e che ha prodotto uve integre dal punto di vista sanitario ma, evidentemente, con qualche squilibrio nella loro maturazione. Questo, in generale, ma il Chianti Classico che si estende in un vasto areale, dove spesso i boschi convivono con i vigneti e le altezze medie sono di tutto rispetto, ha saputo produrre anche vini intriganti, per un quantitativo di 265.000 ettolitri.
Ecco allora, secondo i migliori assaggi dello staff WineNews, il Chianti Classico 2021 di Carpineta Fontalpino dal naso sfumato sui frutti rossi ben maturi ad anticipare uno sviluppo gustativo succoso, vivace e profondo. Buono il Chianti Classico 2021 di Castellare di Castellina, ma non è una novità. Ben profilati i profumi e gustosa la bocca. Esecuzione impeccabile per il Chianti Classico 2021 del Castello di Ama, sicuro nella sua progressione aromatica e dal sorso molto profondo. Ben scandito il tannino del Chianti Classico 2021 del Castello di Monsanto, che trova nel suo profilo gustativo il suo punto di forza, anticipato da un naso ben a fuoco. Di costanza qualitativa granitica, almeno nella sua versione “annata”, il Chianti Classico 2021 di San Giusto a Rentennano. Godibile nel suo intreccio tra terra e frutto il Chianti Classico 2021 di Felsina, dal gusto pieno e continuo. Probabilmente uno dei migliori dell’annata 2021 il Chianti Classico de La Montanina, snello e vivace nel sorso quanto ben assestato negli aromi di piccoli frutti rossi e agrumi. Dal carattere definito e riconoscibili il Chianti Classico “Retromarcia” 2021 di Monte Bernardi, dalla bocca energica e succosa. Decisamente ben riuscito il Chianti Classico 2021 di Monteraponi, dalla buona espressione aromatica e dal gusto sapido e pieno. Delizioso nel suo intreccio tra frutto piccolo e fiori il Chianti Classico 2021 della Tenuta di Lilliano, dal sorso sapido e scattante.
Guardando all’andamento dell’annata 2020, che potremmo definire squisitamente “chiantigiana”, almeno rispetto alle bizzarrie climatiche del recente passato, una primavera fresca è stata seguita da un’estate calda ma non torrida, con incisive escursioni termiche fra il giorno e la notte (sia a luglio che ad agosto), che hanno consentito una buona regolarità nel processo di maturazione delle uve. A questo si è aggiunta l’assenza di stress idrico grazie alle piogge di giugno e di settembre, con il Sangiovese, varietà tendenzialmente tardiva, che ha potuto conservare tutti i suoi caratteri pressoché intatti, regalando vini bilanciati e fragranti, anche nelle zone più calde. Per le quantità prodotte (267.000 ettolitri), c’è stata una flessione non secondaria rispetto alla produzione 2019 (produzione di 306.000 ettolitri), una riduzione tecnicamente legata al particolare freddo dei primi giorni di aprile che ha avuto un impatto sulla fase di germogliamento della vite.
Ecco, allora, tra i nostri migliori assaggi, il Chianti Classico 2020 di Bertinga-La Porta di Vertine dai profumi ben accentati tra lampi fruttati fragranti e cenno di fiori e sottobosco, ad anticipare un sorso deciso, sapido e reattivo. Fine ed equilibrato il Chianti Classico 2020 di Borgo La Stella dai profumi raffinati e dal gusto ampio. Austero e dal carattere accentuato il Chianti Classico 2020 di Caparsa, articolato e nervoso nel suo sviluppo gustativo. Ben fatto il Chianti Classico 2020 del Castello di Radda, dai profumi dal timbro intenso, ad accompagnare un gusto pieno e persistente. Risulta dalla timbrica affilata nella sua progressione gustativa il Chianti Classico Petrignano 2020 di Dievole, dal sorso fine e ben ritmato. Potente e intenso il Chianti Classico 2020 di Fontodi, dal gusto sapido e contratto. Predominante negli aromi del Chianti Classico 2020 di Isole e Olena il gioco tra spezie, terra e frutti rossi, ad accompagnare un gusto intenso e vivace. Bella vivacità sia aromatica che gustativa nel Chianti Classico 2020 di Podere Terreno alla Via della Volpaia, un vino caratteriale e contrastato. Altro Sangiovese di bella forza caratteriale quello del Chianti Classico 2020 di Pomona, vino giocato in bocca sul contrasto tra acidità e dolcezza. Una delle migliori versioni dell’annata 2020 è quella del Chianti Classico di Val delle Corti, dai profumi di piccoli frutti rossi e tocchi speziati e terrosi, che introducono ad un sorso agile, fragrante, schietto e continuo.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024