Qualità generale dei Chianti in crescita e tendenza stilistica produttori quasi generalizzata per i produttori a realizzare vini freschi, bevibili e immediatamente piacevoli. Ecco in sintesi “Chianti Lovers Anteprima” 2016, edizione n. 5, che ha presentato sui banchi d’assaggio due annate decisamente interessanti. Da una parte i Chianti 2015 e dall’altra i Chianti Riserva 2013.
Si tratta, nel primo caso dei primi “vagiti” di un’annata che da più parti è già considerata la migliore da venti anni a questa parte. E il giudizio generale sulla declinazione di questo millennio da parte dei produttori di Chianti (delle diverse sottozone, Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Montespertoli, Rufina, quasi presenti al completo negli ex locali della Manifattura Tabacchi di Firenze, che ospita l’evento per la seconda volta), è certamente positivo.
I Chianti “annata”, quindi, raccolgono in generale elementi qualitativi importanti: dai profili aromatici dove i fruttati sono puliti e rigogliosi, alle progressioni gustative molto incisive, accompagnate però da tannini già ben levigati, per un risultato in termini di piacevolezza a dir poco centrato per la tipologia.
Per i Chianti Riserva (e qualche Superiore non ancora uscito) 2013, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un’annata che, benché oggettivamente inferiore alla 2015, si è dimostrata intrigante e, per certi aspetti, forse ancora più “chiantigiana”. I vini sono più snelli, a tratti sottili, ma godono di una bevibilità superiore e di tratti aromatici che mettono in primo piano i diversi caratteri del Sangiovese in un’annata, tutto sommato, fresca e dalla maturazione regolare.
Forse i “radical chic” della degustazione continuano a guardare la Docg Chianti come la cenerentola del panorama enoico toscano e nazionale, ma, specie nel recente passato, i passi avanti qualitativi sono stati decisamente evidenti e reputare i Chianti, pur nella considerazione del ruolo tipologico e commerciale di queste vini, come “modelli” di come sarà per altre denominazioni più blasonate l’annata 2015, non dovrebbe far gridare allo scandalo. È chiaro, stiamo parlando di una denominazione che “sforna” più o meno 110 milioni di bottiglie ogni anno, ma anche nella quantità ci può (e per come sono strutturati i mercati internazionali, ci deve) essere anche la qualità. Certo a guardare i numeri si rimane colpiti. Si tratta della Docg rossista (dati Federdoc 2013) seconda nella classifica per ettolitri di vino prodotti (800 mila), dopo Montepulciano d’Abruzzo (oltre 900 mila) e prima della Valpolicella (400 mila ettolitri). Insomma, è una di quelle che fa il “grosso” della produzione di vino italiano e che accompagna i successi, magari più patinati, delle Docg più ambite.
La “top 10” degli assaggi chiantigiani di WineNews comprende etichette già in commercio per lo più, con qualche rara eccezione. Perché purtroppo, anche in questo caso, sia i 2015 (tutti) che la maggioranza delle Riserva 2013 sono ancora vini in fase di affinamento e che non possono essere giudicati ancora come vini finiti. Una debolezza del “sistema Anteprime” che abbiamo già messo in evidenza e che è figlia di una serie di problemi, primo fra tutti la scelta di un periodo particolare dell’anno in cui si preferisce lasciare riposare ancora i vini prima dell’imbottigliamento e prima di appuntamenti importanti come ProWein di Düsseldorf e Vinitaly di Verona.
Ma veniamo ai vini. Di bella bevibilità il sottile ed elegante Chianti Superiore 2014 della Fattoria di San Fabiano, un vino dai profumi puliti e non privi di personalità. Sapidissimo il Chianti Poggio ai Grilli 2013 della Tenuta San Jacopo rosso di sicura piacevolezza. Dal bel carattere chiantigiano il Chianti Colli Fiorentini 2013 de Le Torri che trova in un tannino nervoso e in una bella verve acida, carattere e originalità. Davvero ben riuscito il Chianti Colli Fiorentini Vigna La Quercia Riserva 2013 di Castelvecchio, dai profumi floreali finissimi e dalla progressione gustativa solida e vivace. Immediatamente godibile il Chianti Colli Senesi 2013 di Monte Chiaro. Un vero e proprio classico nella sua tipologia il Chianti Rufina Nipozzano Riserva 2012 di Frescobaldi, dal respiro complesso e profondo. Forse il migliore Chianti 2014 il Borgo Santa Fiora 2014 di Villa Travignoli, delizioso in bocca quanto leggiadro nei profumi. Austero e dalle reminiscenze “old style” il rigoroso Chianti Colli Aretini 2013 di Mannucci Droandi. Tutto da bere il freschissimo e scattante Chianti Rufina 2013 di Frascole, davvero goloso.
Ma a Chianti Lovers c’era spazio anche per le tendenze più in voga. Ecco allora il vino vegano e che, in più, recupera anche una tradizione ormai lontana (quella dell’uvaggio fra uve rosse e bianche: Sangiovese insieme a Trebbiano e Malvasia): il Chianti Superiore Vegante 2013 di Sensi, di bella sapidità e dagli aromi intriganti.
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