
Nel panorama mondiale del lusso, Shanghai si conferma la città dove cenare in ristoranti d’alta gamma costa di più, mentre Santiago del Cile conquista il primato per il prezzo più elevato di una bottiglia di Champagne. A rivelarlo è il “Global Wealth and Lifestyle Report” 2025 firmato Julius Bär, uno dei principali gruppi svizzeri di private banking, che ogni anno analizza il costo di beni di lusso, dagli immobili ai gioielli, dalle auto di prestigio al vino, nelle metropoli più influenti del mondo. Nel ranking generale delle città più care in assoluto, Singapore mantiene la vetta, seguita da Londra e Hong Kong. Monaco si posiziona al quarto posto, davanti a Zurigo (5), Shanghai (6), Dubai (7), New York (8), Parigi (9) e Milano, che chiude la “top 10”.
L’indice si fonda su un paniere composto da 20 beni e servizi, dalle vacanze esclusive alle supercar, passando per gioielli, borse e calzature firmate, che riflettono le abitudini di consumo degli “high-net-worth individuals” (Hnwi), ovvero coloro che possiedono un patrimonio netto superiore al milione di dollari. Il report confronta i prezzi di questi articoli in 25 città chiave del mondo, offrendo così una panoramica delle tendenze globali nel mercato del lusso. E, per la prima volta dopo anni di crescita costante, il costo medio di uno stile di vita di alto profilo registra una flessione: il “Lifestyle Index” segna un calo del -2% su base annua (in dollari) sul 2024. Un dato in controtendenza rispetto alla dinamica storica del settore, dove il lusso ha sempre mostrato rincari ben superiori a quelli del carrello medio del consumatore. Secondo gli analisti, “a determinare questa inversione di rotta è il rallentamento della domanda di beni materiali, in un contesto globale segnato da incertezze: dai nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti alla contrazione del mercato cinese, fino a una crescente prudenza tra i consumatori più facoltosi”.
Nel dettaglio, calano in modo significativo i prezzi della tecnologia (-22,6%), degli accessori di moda femminili (-3,5% per le borse, -5,7% per le scarpe), della gioielleria (-3,3%) e persino dello Champagne (-4,2%). Ma aumentano, invece, i costi per i voli in business class (+18,2%), per gli orologi di alta gamma (+5,6%) e per le scuole private (+5,1%). È il lusso esperienziale a trainare: “gli Hnwi - spiega il report - stanno spostando l’attenzione dai beni tangibili alle esperienze. Il viaggio, la salute e la longevità sono ora i nuovi status symbol”.
Un trend già in crescita negli anni post-pandemia, ma oggi sempre più consolidato. Oltre al podio, il report segnala movimenti rilevanti in altre metropoli. Bangkok e Tokyo guadagnano sei posizioni ciascuna (rispettivamente 11 e 17), mentre Dubai sale al settimo posto, trainata da un aumento dei costi in immobili, auto e Champagne. In calo, invece, città come São Paulo (-7 posizioni, al n. 16 nel 2025), Mexico City (-5 posizioni, al n. 21 nel 2025), e, sorprendentemente, Shanghai, che scivola dalla posizione n. 4 alla n. 6. La metropoli cinese, che nel 2022 guidava il ranking globale, sembra dunque perdere attrattiva, almeno per chi vive nel lusso.
Tra inflazione, turbolenze politiche e guerre commerciali, i consumi dei più ricchi si stanno adattando. Cresce l’interesse per la “financial longevity”, la pianificazione finanziaria a lungo termine, e si rafforza la dicotomia tra Europa e Nord America, in cui i più abbienti si sono dimostrati più prudenti, e Asia e Medio Oriente, più inclini al rischio e all’investimento in trend futuri. La mappa del lusso globale cambia, e con essa le priorità di chi può permettersi di vivere ovunque. Con un dato chiaro: possedere non basta più, bisogna vivere.
Per quanto riguarda in particolare il fine dining (una cena degustazione), la città più costosa è Shanghai. Molto cara anche Parigi, al secondo posto, seguita da Hong Kong al terzo, Singapore al quarto e Monaco al quinto. È, invece, Santiago del Cile la città in cui ordinare una buona bottiglia di Champagne costa di più al mondo, seguita da Manila, Mumbai, Jakarta e Dubai. Milano, unica città italiana presente nel report, si posiziona, come detto, al n. 10 nella classifica generale, al n. 15 nello “Champagne index”, e n. 8 per quanto riguarda il fine dining.
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