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ATTUALITÀ

Clausola di salvaguardia per import grano e miele dall’Ucraina, c’è l’ok dall’Europarlamento

L’ok delle organizzazioni di categoria, da Coldiretti a Cia-Agricoltori Italiani, a Confagricoltura: “tutelate le imprese”
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Semi di grano nella immagine di aleksandarlittlewolf su Freepik

Una buona notizia per il grano italiano arriva dall’Europa, grazie all’applicazione della clausola di salvaguardia che può dare “respiro” ad uno dei prodotti simbolo - ma non solo perché, si parla anche di miele - dell’agricoltura del Belpaese. Non a caso la novità è stata accolta con soddisfazione dal mondo agricolo ad iniziare dalla Coldiretti, che ha detto come “l’estensione della clausola di salvaguardia alle importazioni di cereali come il grano e il mais dall’Ucraina è importante per contribuire fermare le speculazioni che stanno destabilizzando il mercato europeo, ferma restando la necessità di continuare a sostenere il Paese sotto l’aggressione russa”, questo il commento dell’associazione in riferimento al voto dell’Europarlamento sulle misure commerciali autonome (Atm) “nate per facilitare le esportazioni dall’Ucraina verso l’Unione europea attraverso le cosiddette “corsie di solidarietà”.
Coldiretti ha aggiunto che “come periodo di riferimento medio della quantità di importazioni oltre la quale farla scattare è stato inserito accanto al 2022 anche il 2021 pur se resta la criticità di voler prendere in esame nel computo anche al 2023 (quindi, il triennio)”. In base alle stime fornite dalla Commissione Ue, Coldiretti ha ricordato che “tale liberalizzazione delle esportazioni verso i Paesi dell’Unione Europea ha consentito l’arrivo del 60% dei prodotti agricoli ucraini dall’inizio della guerra, secondo il Centro Studi Divulga. Se, da un lato, queste misure hanno alleggerito le pressioni per l’Ucraina, dall’altro le consistenti esportazioni di cereali verso l’Ue hanno contribuito ad alimentare le preoccupazioni sui prezzi, creando delle distorsioni all’interno del mercato comunitario, in particolare per quello agricolo. Basti dire che grazie anche alle agevolazioni gli arrivi in Italia di grano tenero ucraino per il pane sono quadruplicati (+283%) nel 2023 rispetto al 2021, prima dell’inizio della guerra, arrivando a quota 470 milioni di chili, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Ma anche le importazioni di mais sono aumentate a tripla cifra (+134%), arrivando oltre quota 1,8 miliardi di chili. Un impatto sulle quotazioni dei prodotti agricoli che va a sommarsi a quello scatenato dall’aggressione russa sui costi di produzione per le imprese agricole del vecchio continente, con l’indice dei prezzi medi dell’energia della Banca Mondiale che ha segnato nel 2023 una crescita del 103% rispetto a prima del conflitto, mentre il gas naturale è aumentato del 126%, secondo un’analisi Centro Studi Divulga. Discorso analogo anche per le quotazioni dei fertilizzanti, cresciute del 106% con picchi rilevanti dei prezzi medi annui del 204% per il fosfato biammonico, del 230% per l’urea e del 290% per il cloruro di potassio. Proprio per evitare la destabilizzazione dei mercati senza far venire meno il sostegno al martoriato Paese, sarebbe importante la possibilità di utilizzare parte dei fondi Ue messi a disposizione per l’emergenza ucraina per acquistare e stoccare in magazzini europei i prodotti cerealicoli e, più in generale, prodotti agricoli da destinare ai Paesi colpiti da gravi emergenze alimentari. In questo modo si potrebbe anche valorizzare il ruolo geopolitico dell’Europa - conclude Coldiretti - nella lotta all’insicurezza alimentare di queste aree, sulle quali cresce sempre più l’influenza di Paesi come la Russia”.
La decisione dell’Europarlamento di applicare a grano e miele delle clausole di salvaguardia rispetto alle temporanee misure di liberalizzazione degli scambi fra Ucraina e Ue è stata accolta con favore anche da Cia - Agricoltori Italiani perché “va incontro alle aspettative di tutela per queste produzioni, da anni in grave crisi. La Cia - Agricoltori Italiani aveva chiesto, infatti, di includere cereali e miele nella lista di prodotti per cui è previsto un freno d’emergenza sull’import da Ucraina, da attivare in caso di superamento della media del triennio 2021/2022/2023. Favorendo l’import di grandi quantitativi di materie prime a prezzi sotto costo, ci sarebbe il rischio di una concorrenza sleale che causerebbe un effetto distorsivo sul mercato e ripercussioni negative per il prezzo pagato agli agricoltori”. Cia - Agricoltori Italiani ha ricordato “che il trend in atto per i prezzi del frumento è molto negativo e se ne registra un drastico calo non solo in Italia, ma in tutta l’Ue (indice Fao sui cereali è diminuito del 22% in un anno). Questi dati sono strettamente correlati a quelli della Commissione europea, che registrano un aumento del 40% delle importazioni di tali produzioni nel gennaio-ottobre 2023 sullo stesso periodo dell’anno precedente. Pur confermando la necessaria solidarietà all’Ucraina, per Cia la mancata salvaguardia avrebbe come effetto una contrazione delle produzioni di grano, a danno della sovranità alimentare del nostro Paese. Se vanno trovate misure solidali per permettere sbocchi commerciali agevolati alle merci ucraine, per Cia è importante che questo avvenga senza che si destabilizzi il mercato Ue”.
Per Confagricoltura ha parlato il presidente Massimiliano Giansanti: “siamo soddisfatti dell’esito del voto al Parlamento europeo in merito all’attivazione di un freno di emergenza nel caso di ulteriori aumenti delle importazioni dall’Ucraina”, commento arrivato dopo la votazione della Plenaria a Strasburgo che ha accolto favorevolmente le indicazioni di Confagricoltura, spiega una nota dell’associazione, “per la tutela del mercato Ue, approvando gli emendamenti del Ppe volti a includere frumento tenero, orzo, avena, mais e miele nell’attivazione automatica del sistema di misure di salvaguardia”. Con il voto “si è anche inserita nella proposta originaria della Commissione la modifica che sposta il periodo di riferimento per il ripristino dei dazi sui prodotti sensibili importati dall’Ucraina dalla media 2022-2023 al 2021-2023. I tre anni tengono così conto non solo dell’eccezionale aumento dell’import post-bellico, ma anche di un’annualità “regolare” ha precisato Confagricoltura. “La nostra richiesta agli europarlamentari mirava proprio a fare in modo che il sostegno incondizionato all’Ucraina evitasse la destabilizzazione dei mercati agricoli nella Ue. Le forti tensioni che si sono registrate negli ultimi tempi nei Paesi membri limitrofi all’Ucraina, dal blocco delle frontiere alla distruzione dei prodotti ucraini, non hanno giovato a nessuno. Ora - conclude Giansanti - auspichiamo che i legislatori europei confermino anche in sede di Trilogo la linea indicata dal Parlamento europeo”.

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