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AGROALIMENTARE

Coldiretti, 4 milioni di nuovi poveri in Italia in autunno: serve investimento in cibo made in Italy

Va aumentatala dotazione dei fondi per l’acquisto del cibo italiano destinato alle famiglie in difficoltà, aiutando anche la filiera agroalimentare
CARITAS, CIBO, Coldiretti, CRISI, POVERTA, Non Solo Vino
Coldiretti, 4 milioni di nuovi poveri in autunno

Non solo sanitari ed economici, il Coronavirus si lascia dietro di sé danni sociali profondi tra cui, come sottolinea la Coldiretti, 4 milioni di nuovi poveri che, con l’aggravarsi della crisi in autunno, saranno costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare nelle mense o, soprattutto, con la distribuzione di pacchi alimentari. E si tratta della punta dell’iceberg della situazione, con il 38,4% degli italiani che, secondo la Coldiretti, ha risorse liquide disponibili per non più di 3 mesi per le spese essenziali, come quelle per il cibo o per il riscaldamento (dati ISF Bankitalia).
“Per questo, i finanziamenti europei con il Recovery Fund per l’Italia, dovranno essere spesi per il rilancio dell'economia, senza dimenticare - ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - la necessità prioritaria di un piano straordinario di almeno un miliardo di euro per acquistare cibo 100% Made in Italy, da destinare alle famiglie più povere per l’emergenza sociale senza precedenti che l’Italia dovrà affrontare. C'è la necessità di aumentare l’importante stanziamento di 300 milioni al Fondo indigenti, ottenuto grazie alla sensibilità del Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova”.
Va dunque aumentata, spiega la Coldiretti, la dotazione dei fondi per l’acquisto del cibo destinato alle famiglie in difficoltà, scegliendo solo prodotti agroalimentari 100% Made in Italy, a cominciare dalle eccellenze come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutto di Parma o Prosciutto di San Daniele, ma anche olio extravergine ottenuto da olive italiane, vino Made in Italy e frutta e verdura italiane. Un intervento necessario, conclude Coldiretti, per fare fronte a quella che è diventata una vera e propria emergenza e, allo stesso tempo, sostenere il lavoro e l’economia del sistema agroalimentare tricolore duramente colpito dalle difficoltà delle esportazioni e della ristorazione.

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